Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via Peschiera, la guerra delle perizie

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2009

Scaduto a mezzanotte il termine per abbandonare le palazzine lesionate. Si profila un rinvio di due-tre settimane

«Lo sgombero è rinviabile». «No, c'è un grave pericolo»

Confermata un'altra cavità di 400 metri cubi sotto il giardino di una palazzina di via Castelfidardo e collegata tramite un cunicolo all'altra voragine di via Peschiera.
È guerra tra periti in via Castelfidardo. Se fino a ieri tutte le relazioni tecniche presentate erano risultate concordi circa la sussistenza di una situazione di «grave pericolo per le persone e gli edifici», a poche ore dalla scadenza del termine ultimo fissato dall'ordinanza di sgombero (ieri a mezzanotte) è spuntata fuori una nuova perizia di parte che fornisce un quadro meno drammatico, aprendo così le porte ad un eventuale rinvio dell'evacuazione di almeno 15-20 giorni. In teoria i residenti avrebbero dovuto liberare le loro abitazioni entro la giornata ieri, ma a questo punto l'esecuzione dell'ordinanza potrebbe essere temporaneamente sospesa.
LA PERIZIA La nuova relazione tecnica è stata stilata da Nicola Sollai (strutturista ingaggiato dalle famiglie che risiedono in via Castelfidardo 1B e 3) ed è stata inoltrata via fax ai Vigili del fuoco e agli uffici comunali competenti. Lo scenario che emerge dalla nuova perizia è meno preoccupante rispetto a quello descritto dalle precedenti relazioni curate da Mauro Pompei (geologo del Comune), Gaetano Ranieri (ingegnere dell'Università) e Alessandra Boi (perito nominato dal Tribunale). Per la palazzina al civico 1B, si parla di una «velocità di accrescimento dell'apertura delle lesioni estremamente ridotta».
RINVIO DI 2-3 SETTIMANE Per lo stabile attiguo si considera «altamente improbabile la possibilità che vi siano, nei prossimi 15-20 giorni, variazioni dello stato che ha caratterizzato gli ultimi 4 mesi dell'immobile». Insomma, il rischio crollo non sarebbe imminente, soprattutto per l'assenza di pioggia. Per cui lo sgombero può essere rinviato di 2/3 settimane.
«IL COMUNE PAGHI» «L'auspicio», spiegano i residenti Mauro Ruiu e Francesca Dore, «è che ci siano concessi 20 giorni per poterci organizzare. Al momento, però, non abbiamo avuto risposte, per cui siamo in apprensione. In teoria potrebbero sgombrarci, ma noi non vogliamo andare via. Stiamo valutando la possibilità di cercare una casa in affitto. Una casa normale non un alloggio comunale, ma dovrà essere il Comune ad accollarsi le spese».
«ABBANDONATI» Nell'attesa di sapere se la richiesta sarà accolta, i residenti si dichiarano pronti ad accamparsi nei parcheggi dell'Università (di fronte alle loro case) in segno di protesta. «Ci auguriamo di poter conferire col sindaco», hanno ripetuto, «ma in generale ci appelliamo a chiunque voglia aiutarci, dal governatore Cappellacci al prefetto. In questi giorni, infatti, siamo stati abbandonati. Gli unici che ci hanno sostenuto sono stati gli assistenti sociali e il consigliere Edoardo Tocco».
L'INDAGINE Ieri, intanto, l'Università ha ripreso a studiare il sottosuolo avviando un'indagine geo-elettrica. Un'equipe di tecnici coordinata da Ranieri ha effettuato 96 fori stradali in tutta la zona e vi ha inserito degli elettrodi, con l'obiettivo di misurare la densità del terreno e stabilire l'ubicazione esatta dei vuoti. Dai primi elementi raccolti sembrerebbe che in vico Pastrengo ci sia una cavità sotterranea di 400 metri cubi ubicata sotto il giardino della palazzina di via Castelfidardo 3 (famiglia Dore) e collegata tramite un cunicolo alla grande voragine di via Peschiera che un anno fa inghiottì un'auto e procurò lesioni ad una decina di edifici.
PAOLO LOCHE

21/08/2009