Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il fuoco minaccia le case sul colle

Fonte: L'Unione Sarda
10 giugno 2019


«Le fiamme erano altissime, sulla collina. Si sono avvicinate ad alcune abitazioni ma per fortuna i vigili del fuoco hanno evitato conseguenze gravi». Elisabetta Piu vive da ben 76 anni in quella che è stata la casa del custode - suo padre - delle casermette, ai piedi del colle di Tuvumannu. Anche il suo appartamento, così come quello di altre famiglie, è stato minacciato dal rogo scoppiato ieri verso le 11. Il fuoco ha divorato sterpaglie e vegetazione incolta avvicinandosi pericolosamente agli edifici. «L'incendio», racconta ancora Piu, «ha sfiorato quello che era l'ex palazzo del comandante». Sono stati proprio i due giovani che vivono al numero 8 di via Tuvumannu a chiamare, allarmati, i vigili del fuoco.
Due ore di lavoro
Il fronte da combattere si è allargato notevolmente nel colle che dà su via Is Mirrionis e sugli impianti del Cus Cagliari. Il fuoco ha camminato rapidamente dirigendosi verso i primi edifici delle “ex casermette” e ai palazzi di via Tuvumannu. Le fiamme hanno aggredito le sterpaglie nelle vicinanze di quello che è stato il cantiere - abbandonato da anni - per la costruzione della strada e del tunnel che sarebbe dovuto passare in mezzo al colle. Un'incompiuta che resta una ferita aperta, proprio davanti alle palazzine di via Castelli. Sul posto, per domare l'incendio, hanno lavorato i vigili del fuoco di due squadre arrivate rapidamente dalla centrale di viale Marconi. Per due ore si sono occupati del vasto rogo, evitando che le fiamme raggiungessero i cortili di due edifici. Un intervento complicato, concluso con la bonifica della zona.
Terreni incolti
Non è stato possibile scoprire le cause dell'incendio. Certamente ha contribuito l'incuria della zona sempre al centro di scontri sulle competenze tra Demanio e Comune. L'episodio di ieri rilancia il problema dello stato d'abbandono di molte aree. Proprio due settimane fa, il 29 maggio, il commissario straordinario Bruno Carcangiu ha firmato un'ordinanza con le «prescrizioni antincendio e gli obblighi di manutenzione e pulizia dei terreni incolti per garantire la tutela dell'incolumità e dell'igiene pubblica». Il documento impone ai «proprietari di terreni di qualsiasi tipo che procedano alla perfetta pulizia delle aree». I contravventori rischiano una sanzione amministrativa fino a 500 euro ma anche conseguenze penali per gli episodi più gravi.
L'abbandono
Quanto accaduto ieri però ripropone un altro problema: lo stato di abbandono di tutta la zona delle “ex casermette”. Le abitazioni sono gestite dal Comune che incassa gli affitti. Via Tuvumannu è da sempre una strada bianca, in pessime condizioni. «D'inverno», racconta una delle residenti di una casa, «si trasforma in un pantano. Passarci è quasi impossibile. Perché non viene asfaltata? Lo abbiamo chiesto tantissime volte ma sembra ci sia uno scontro sulla competenza dell'area. Insomma, il solito scaricabarile». Se da una parte l'amministrazione comunale incassa i canoni dagli assegnatari delle abitazioni di edilizia popolare, dall'altra gli edifici e i terreni sono di proprietà del demanio. «La solita storia», sbotta un altro degli assegnatari di una delle ex casermette. «Gli uffici si rimpallano le responsabilità. E qui non fanno mai nulla».
Senza acqua
Eppure la zona potrebbe essere un piccolo gioiello: a due passi dal centro ma tranquilla, senza traffico e in mezzo alla natura. Peccato che i terreni incolti attirino molti insetti e le condizioni degli edifici non siano delle migliori. «Siamo costretti a fare i lavori noi», spiega un altro abitante che, come gli altri, preferisce non veder pubblicato il suo nome sul giornale. E diverse famiglie, alcuni mesi fa, hanno pagato una ditta per riparare una grossa perdita nella tubazione dell'acqua: «Siamo rimasti con i rubinetti all'asciutto per qualche giorno. Le segnalazioni non sono servite e alla fine abbiamo dovuto fare da soli». Sono circa cinquanta le famiglie che vivono in via Tuvumannu. Certo, qualche abuso è stato fatto. Ma la maggioranza degli abitanti è in regola. «Basterebbe davvero poco per farci stare meglio», conclude Elisabetta Piu che dal '44 vive nella casa assegnata prima a suo padre, custode delle casermette, e ora a lei.
Matteo Vercelli