Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sicurezza e rifiuti: le emergenze di chi vive in periferia

Fonte: L'Unione Sarda
27 maggio 2019

VERSO IL VOTO. Tra Is Mirrionis e San Michele Sicurezza e rifiuti:
le emergenze
di chi vive in periferia I residenti delle zone popolari
dettano l'agenda al sindaco che verrà 

Non hanno bisogno di pensarci a lungo: i residenti di Is Mirrionis e San Michele, periferie che si fondono intorno a un incrocio intasato di auto in una domenica di pioggia, sanno bene quel che non va dalle loro parti. E, va detto, non sembrano nutrire troppe speranze per l'amministrazione che arriverà dopo il voto del 16 giugno. Alle prese con il degrado che è comune a molte aree fuori dal centro, concordano su alcuni problemi che sono pronti a riproporre nei prossimi giorni ai candidati che verranno a chiedere il loro voto.
Questione sicurezza
A voler fare sintesi le esigenze di quest'area popolare si possono riassumere in una frase: “manca la presenza delle istituzioni”. «Qui non passa mai nessuno, i vigili urbani da quando sono stati picchiati non si sono fatti più vedere», spiega Andrea Ruiu, da sessant'anni dietro al bancone del bar di famiglia con vista sul campanile di San Michele. «Servono più controlli da parte della polizia, prima venivano anche gli agenti in borghese», gli fa eco Fabrizio Musini, 50enne, che a mezzogiorno sfoglia il giornale al tavolino del bar. «Sarebbe utile anche che si occupassero di più del decoro urbano, della cura delle piazzette che sono totalmente abbandonate, come quella di via Bosco Cappuccio. Sarebbero spazi utili ai giovani e alle famiglie».
Strade trincea
Nell'edicola dall'altra parte della rotonda Danilo e Manuela De Santi raccolgono ogni giorno le lamentele dei clienti. «Le strade sono del tutto abbandonate, piene di buche e pericolose in tutto il quartiere. Per realizzare la pista ciclabile poi è stata sacrificata una corsia e il traffico ne ha risentito. Ed è meglio non parlare dei rifiuti».
Il porta a porta
Ecco, i rifiuti: l'argomento che per primo salta in mente a chiunque passeggi per strada. «Cosa dovrebbe fare il futuro sindaco? Dare lezioni di civiltà alle persone. Questa cosa della differenziata non è sostenibile. Devono controllare di più perché non è possibile che la gente butti i sacchi della spazzatura dappertutto», riflette Lorenza Collu, 69 anni, appena uscita dalla messa del mattino. «Serve più educazione, i proprietari dei cani disseminano di sacchetti i marciapiedi ma non li buttano nei cestini che il Comune ha sistemato un po' ovunque. Che senso ha?», si chiede Maria Di Stefano, pensionata settantenne.
Spaccio di droga
Chi conosce bene le esigenze del quartiere è don Carlo Follesa, parroco della parrocchia di San Massimiliano Kolbe. «Fatta eccezione per le attività organizzate dalle chiesa manca tutto ciò che potrebbe far uscire le persone di casa, mi riferisco soprattutto agli anziani. Sono impauriti dall'ambiente, dal traffico di sostanze stupefacenti e dal clima che si respira per strada».
Centri di aggregazione
Continua il sacerdote: «Escono per fare la spesa e tornano subito a casa. Mancano centri di aggregazione che possano stimolarli e vivere in maniera più attiva la terza età. Paradossalmente anni fa ce n'erano decine, molti fittizi che servivano solo per pendere contributi pubblici, altri che invece erano utili alla comunità. Ora non è rimasto più niente».
Mariella Careddu