Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Viviamo tra cani randagi, roghi e rifiuti»

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2019


Un branco di cani randagi allo sbando, una collina colma di rifiuti e il pericolo incendi alla finestra. Da diverso tempo la zona intorno alla Motorizzazione civile vive in uno stato di particolare degrado. Lavoratori e utenti denunciano una situazione di completo abbandono che imperversa da anni.
I cani
Scodinzolano indisturbati alla ricerca di cibo, abbaiano contro le auto e talvolta le rincorrono fino alla 554. Di fondo non sono aggressivi nei confronti delle persone, ma più di una volta hanno creato qualche spiacevole inconveniente. Come il ritrovamento di due carcasse di capra, sbranate dagli animali. La prima volta tra i parcheggi esterni, la seconda volta all'interno del cortile della Motorizzazione. «Non passa giorno che non mi occupi della questione - ammette l'ingegner Marco Pes, dirigente della Motorizzazione civile - ripetutamente ho segnalato il problema sia alla Polizia municipale che alla Prefettura e alla Procura della Repubblica. Non ci sono mai state aggressioni ma la situazione rimane comunque grave». Il branco di randagi non ha certo paura di circolare nelle piste durante gli esami: «È una questione di sicurezza - precisa Pes - nel nostro piazzale facciamo gli esami con le moto ed è impensabile che un'animale possa attraversare all'improvviso o passeggiare liberamente».
L'intervento
Diverse autorità competenti sono già all'opera per risolvere il problema: «Il nucleo specializzato della sezione di vigilanza ambientale, in collaborazione con il servizio veterinario dell'Asl, sta preparando le trappole per la cattura degli animali -spiegano dal comando della Polizia municipale - una volta presi si cercherà di risalire al proprietario. Qualora non dovesse essere possibile, in quanto randagi, verranno affidati alle cure di un veterinario».
La discarica
La collinetta che sorge davanti agli uffici della Motorizzazione Civile è rimasta un enorme discarica. Le baracche del campo rom sono state demolite ma le montagnette di rifiuti occupano ancora un intero versante. Contenitori di oli esausti, secchi di vernice, scheletri di elettrodomestici, pneumatici, materiale utilizzato in edilizia e plastica di varia provenienza. Qualche incivile, approfittando del degrado, continua ad abbandonare sacchi di spazzatura indifferenziata, oramai non più smaltibile in città. Gabbiani e cornacchie banchettano tranquillamente sui resti della discarica.
La strada
Anche il manto stradale è in pessime condizioni. Molti dipendenti del centro assistenza multicanale dell'Agenzia delle Entrate - raccontano di danni alle autovetture per via delle numerose buche presenti. «Sembra una trincea bombardata - commentano due dipendenti - ormai abbiamo capito dove passare, ma chi non lo sa rischia di riportare danni». Lungo il percorso che porta ai cancelli del Cam sono presenti diverse chiazze di materiale oleoso, dovute presumibilmente alla rottura della coppa dell'olio di qualche auto. Tra i parcheggi della Motorizzazione regnano le erbacce e molti stalli sono occupati dai rifiuti, come la gomma di un camion. Manca inoltre un impianto di illuminazione che garantisca visibilità e sicurezza nelle ore notturne.
I roghi
Negli ultimi giorni alte colonne di fumo nero, soprattutto di sera, si sono alzate dal perimetro intorno alla Motorizzazione. Pur non essendoci stati interventi né dei Vigili del Fuoco né della Polizia municipale, l'odore acre e intenso di plastica bruciata è arrivato, complice il forte maestrale, fino alle case di Mulinu Becciu e Su Planu. A testimoniarlo sono le segnalazioni raccolte dai componenti del comitato No Diossina, impegnati da tempo a monitorare la zona dal rischio di roghi tossici. «La situazione, rispetto al passato, è nettamente migliorata - raccontano Antonio Guerrieri e Roberto Ricciu, fondatori del comitato - Però temiamo che d'estate questo fenomeno possa aggravarsi. Per noi è sempre stato un grave problema perché il vento sospinge il fumo verso le nostre abitazioni, costringendoci a respirare aria inquinata».
Matteo Piano