Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Canali e depressioni sulla spiaggia Dopo la mareggiata di lunedì in diversi punti è sceso il livello

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2019

POETTO. L'esperto: «L'acqua cerca sfogo dove può, è colpa dei manufatti in cemento» Canali e depressioni sulla spiaggia Dopo la mareggiata di lunedì in diversi punti è sceso il livello della sabbia 

Archiviata la mareggiata di Pasquetta, al Poetto sono rimasti piccoli stagni, detriti trasportati dal vento e canali scavati dall'acqua alla ricerca di uno sfogo per tornare al mare. In quest'ultimo caso, una sorta di “depressione” creatasi in uno dei punti dove, 17 anni fa, enormi condotte di metallo avevano sversato tonnellate di sabbia per completare il ripascimento della spiaggia, progetto rivelatosi deleterio. Poco prima della Quarta fermata, questo corridoio lungo diversi metri corre parallelamente alla strada per un tratto e poi vira in direzione battigia. Molti si sono chiesti se la natura stia rifiutando ciò che l'idrovora aveva artificialmente creato, e se altri punti possano sprofondare e creare danni.
Cause ed effetto
Le cause in realtà sono di natura differente, e tuttavia più complicate da eliminare. «I sedimenti utilizzati per il ripascimento non erano giusti e qualche problema, anche a distanza di tanto tempo, continuano a crearlo», sottolinea Sandro Demuro, docente all'università di Cagliari (insegna Geografia fisica e Geomorfologia, Morfodinamica e conservazione dei litorali), «ma quei canali sono solo vie di fuga: l'acqua, dopo una mareggiata, deve defluire per riequilibrare il sistema. Ciò che li orienta e condiziona sono i manufatti e le strade costruite intorno». Tra i massimi esperti nel settore in Sardegna, è l'ideatore del progetto “Neptune” col quale, assieme a un team di ricercatori, ha creato una banca dati col Dna geologico-morfologico delle spiagge del Golfo di Cagliari per gestire al meglio una risorsa ambientale minacciata dall'erosione e dall'uomo. «La sabbia si sposta verso Quartu e viceversa, secondo gli eventi meteo marini», spiega il docente. Un ciclo continuo e lungo decenni. Tutto ciò che crea ostacoli in questo inesorabile quanto lento cammino è deleterio. «I tempi della natura sono lunghi, la stagionalità turistica è contro fase». La situazione potrà solo peggiorare, perché «il mare, per effetto del cambiamento climatico, nel lungo periodo potrebbe salire di livello. Abbiamo perso la cultura del mare».
Le mareggiate
In passato c'era una connessione con lo stagno e le lagune, valvole di sfogo. Oggi non più, e le onde «non scaricano l'energia come dovrebbero. Un tempo si infrangevano al largo: dove ora c'è il Wind surfing club l'acqua non superava le caviglie per decine di metri». Con il ripascimento e lo sversamento della sabbia più grossa è cambiata l'inclinazione sottomarina e l'assetto della spiaggia è passato da “dissipativo” a “riflettente” «e le onde si infrangono a ridosso del bagnasciuga». Eppure «le mareggiate sono eventi non estremi che capitano ogni anno. Bisogna attenderseli, sono positivi. Portano migliaia di metri cubi di materiale organico senza i quali ci si espone a un'erosione. La marea supera la battigia, poi l'acqua deve tornare indietro. Se la spiaggia è stretta tra costruzioni e asfalto, il reflusso è condizionato ed è normale si creino quei canali». La nuova sabbia «è meno permeabile» e crea una sorta di «cementificazione naturale» che provoca «depressioni», ma «la situazione si sta assestando perché il mare miscela tutto».
La villa al mare
Il sistema di piccole canne piazzate a bordo strada per formare le dune «funziona, è un ecofiltro che accumula sabbia e blocca l'acqua». Che però trova altri varchi. Infatti il problema vero sono «le costruzioni in cemento». Case, muretti, strade, marciapiedi. «È sbagliata la pianificazione. La spiaggia va considerata mare, non terraferma. Tutte le perturbazioni in arrivo da sud sono importanti e creano danni alle infrastrutture, che sarebbero da eliminare, contenere o arretrare il più possibile. Invece crescono. Negli Usa si dice: con una villa sulla spiaggia vedo bene il mare, ma anche il mare vede bene la villa». Quindi «bisognerebbe sollevare gli edifici da terra e allontanarli dalla battigia».
Andrea Manunza