Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La rinascita del castello sorcesco

Fonte: L'Unione Sarda
23 aprile 2019

CORSO. La travagliata storia dell'antico edificio diventato simbolo di degrado

 

Mancano poche settimane alla conclusione dei lavori di recupero

 

L'incompiuta è quasi compiuta. A oltre mezzo secolo dal suo abbandono e a cinque anni dal via al progetto di recupero voluto da Massimo Zedda, il rudere nel cuore della città infestato da topi e ratti - e per questo ribattezzato palazzo “sorcesco” - sta per rinascere.
I lavori di ristrutturazione dell'edificio sorto agli inizi del '900 all'angolo tra il Corso e via Maddalena, sono ormai al miglio finale: pavimentazione, rifiniture degli intonaci e delle scale, sistemazione delle vetrate. Questione di settimane, dunque, anche se la stessa cosa si era detta a gennaio e nel frattempo sono passati altri due mesi.
Lo stop ai lavori
A bloccare a lungo l'ultimo lotto del cantiere era stata - manco a dirlo - il più classico degli intoppi burocratici: una perizia di variante richiesta dalla Soprintendenza che si è riusciti a fare soltanto lo scorso anno, assessore ai lavori pubblici Maurizio Chessa. Ora però non ci sono più ostacoli e l'opera può essere finalmente consegnata. Ultimata la ristrutturazione del palazzo - in cui pare troverà ospitalità la compagnia teatrale Is Mascareddas e verrà realizzato un museo - ci sarà da completare i lavori su via Maddalena. I soldi a disposizione dovrebbero bastare anche per quello: in tutto un milione e mezzo di euro.
La storia
Dunque entro l'estate un altro dei luoghi simbolo dell'inefficienza amministrativa dovrebbe essere eliminato dalla lista delle tante incompiute della città. Quando fu acquistato dal Comune alla fine degli anni '60, sindaco Paolo De Magistris, l'edificio che sino al 1950 aveva ospitato l'Automobile club d'Italia non era considerato di particolare pregio tanto che il progetto era quello di demolirlo per allargare via Maddalena. Poi però intervenne la Soprintendenza, che in virtù della presenza di un'antica cisterna medioevale decise di sottoporlo a vincolo. Da quel momento il palazzo a tre piani nel cuore della città vecchia smise di essere una priorità, uscendo completamente dall'agenda delle varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Così anno dopo anno andò sempre più in rovina, trasformandosi in uno spettrale rudere e innescando anche una lunga controversia giudiziaria con il proprietario del palazzo adiacente, costata al Comune 600mila euro.
L'origine del nome
Ma soprattutto venne colonizzato da topi e ratti che tra quelle antiche mura trovarono il luogo ideale in cui proliferare, tanto da essere nel tempo ribattezzato “castello sorcesco”. Un nomignolo beffardo utilizzato ormai anche negli atti ufficiali dell'amministrazione ma che in realtà fu coniato per scherzo da Mario Serra, cagliaritano doc e titolare dell'Emporio nel Corso. Qualche anno fa, stanco di scrivere lettere di protesta al Comune, Serra affisse infatti un cartello davanti al rudere: sotto il finto stemma araldico - uno scudo retto da due topi - si leggeva “e dall'alto del castello sorcesco guardo il mare e sogno il fresco”.
Massimo Ledda