Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

È scontro su chi dovrà pagare gli interventi di consolidamento

Fonte: L'Unione Sarda
14 agosto 2009

Gli speleologi: «Le cavità crescono a causa del caldo e dell'acqua»

«I costi degli interventi di messa in sicurezza degli edifici lesionati devono essere sostenuti dal Comune, non dai proprietari. Sarebbe il colmo se a pagare dovesse essere la parte lesa». Così Roberto Cortis (uno dei cinque legali ingaggiati dai residenti), in risposta a una lettera inviata di recente agli abitanti dalla Protezione civile.
Una comunicazione firmata dal dirigente Luciano Loi, nella quale si invitano i proprietari a «verificare, tramite un professionista, la situazione del proprio stabile e a provvedere, in caso di lesioni, al monitoraggio e all'adozione di tutti i provvedimento del caso».
LA REAZIONE Durissima la replica dell'avvocato che ha parlato di «difetti di manutenzione e disservizi pesantissimi imputabili all'amministrazione comunale. Fa specie», sostiene, «che si chieda ai danneggiati di farsi carico dei rimedi. Al contrario dovrebbe garantire la messa in sicurezza a proprie spese». Secca anche la controreplica del capo della Protezione civile Loi che ha parlato di «responsabilità che dovranno essere accertate in sede giudiziaria».
GLI AVVOCATI Nei mesi scorsi i residenti hanno deciso di affidarsi ad un pool di avvocati. «Potevamo intentare causa», spiega Luciano Pusceddu (comitato via Peschiera), «ma i tempi si sarebbero allungati e per ottenere un risarcimento chissà quanto avremmo dovuto aspettare. Per cui abbiamo preferito presentare una richiesta di accertamento tecnico preventivo». A maggio il Tribunale di Cagliari ha nominato un perito, Alessandra Boi, incaricato di stilare tre perizie finalizzate a rispondere ad altrettanti quesiti: quali sono le condizioni attuali del sottosuolo, chi è responsabile dei danni e chi dovrà farsi carico delle spese. La prima è stata depositata il 7 luglio, in anticipo, e ha evidenziato una situazione di pericolo; le altre due arriveranno a ottobre.
IL FUTURO Intanto gli speleologi del Gruppo cavità cagliaritane si preparano a effettuare un sopralluogo. «Avremmo voluto farlo ieri», afferma il presidente Marcello Polastri, «ma l'autorizzazione ci è stata negata. Che esista un dedalo sotterraneo lo sanno anche i bambini e ci spiace evidenziare che il Comune ha sottovalutato il problema». Peraltro, gli speleologi segnalano che «i crolli del 1961, 1985, 1987, 1993, 1996, 2003, 2005 e 2008 si sono verificati, quasi sempre da maggio a settembre». Come mai? Per Polastri è l'effetto “termico” causato dal forte sole e dalla presenza di acque sotterranee non certo di falda «bensì perse dalle condotte dell'acqua». ( p. l. )

14/08/2009