Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il teatro per dire no al bullismo «I miei allievi hanno sentito il bisogno di affrontare questo tem

Fonte: L'Unione Sarda
18 aprile 2019

SCUOLA.

Studenti al Massimo per lo spettacolo della Compagnia dei ragazzini

Il teatro per dire no al bullismo «I miei allievi hanno sentito il bisogno di affrontare questo tema»

«Il teatro è una necessità, l'emergenza di dire qualcosa», afferma Monica Zuncheddu. E i suoi allievi, i giovani della “Compagnia dei ragazzini” da lei creata, avevano il bisogno di raccontare qualcosa. Di parlare del bullismo. E ieri, davanti a una platea formata da coetanei delle scuole di via Piceno, Manno, Spano e Colombo, hanno portato in scena, al teatro Massimo, “Stop bullying around”, uno spettacolo che racconta due vicende parallele, legate dal filo comune del bullismo (reale e digitale).
Le reazioni
Quel minuto (e oltre) di applausi quando è calato il sipario sta a dire che gli spettatori hanno recepito perfettamente il messaggio. Silenzio totale quando gli attori hanno raccontato le storie di “Principessa”, Andrea, bullizzato per il suo essere gay, e di Noemi, vittima, a causa di un ingenuo selfie (autoscatto per chi usa il linguaggio pre internet), di sexting (invio di materiale, più o meno, sessualmente esplicito). «Non sono», spiega Zuncheddu, «due storie vere. Ma, da quello che mi dicono i ragazzi, rappresentano esempi di vicende, purtroppo, molto comuni».
L'incontro
Al termine dello spettacolo, scritto dai ragazzi insieme a Zuncheddu e a Laura Santucciu, sono salite sul palco la procuratrice della Repubblica del Tribunale dei minori Anna Cau e Grazia Maria De Matteis, garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, raggiunte, qualche minuto più tardi, da Francesco Greco, dirigente della Polizia postale. E anche i loro interventi sono stati seguiti con attenzione. In particolare, quello di Greco che ha raccontato tutti i pericoli che si nascondono nel web. Pericoli imminenti, come l'adescamento da parte di pedofili o i giochi pericolosi, promossi da alcuni siti deviati. Ma anche rischi a lunga scadenza: tanti ragazzini non si rendono conto che la “reputazione virtuale” che si crea nel web segna anche il loro futuro.
Il risultato
Il messaggio è arrivato. Anche perché i giovani attori sono stati bravi nel raccontare quelle due storie usando il linguaggio, a volte anche sboccato, dei giovanissimi. «Perché il teatro», conclude Zuncheddu, «serve a creare momenti di riflessione».
Marcello Cocco