Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto canale in crisi: «Rilancio con Zona franca

Fonte: L'Unione Sarda
17 aprile 2019

Si attendono le decisioni di Cict-Contship

Porto canale in crisi:
«Rilancio con Zona franca
e nuove infrastrutture» Vertice a Roma. Solinas: tutelare i portuali
Il sottosegretario: subito l'attivazione della Zes 

Salvare il Porto Canale di Cagliari, anche rilanciandolo, e senza lasciare soli i lavoratori in questo momento di difficoltà. Per i 350 portuali (più l'indotto) che rischiano il posto il messaggio che arriva da Roma è di speranza. «Abbiamo considerato i possibili percorsi per arrivare a soluzioni che mettano in sicurezza i dipendenti, con il coinvolgimento delle parti sociali e, contestualmente, che possano garantire sviluppo allo scalo», dice il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi al termine del tavolo fortemente voluto da Christian Solinas e convocato ieri pomeriggio a Roma. Oltre al governatore e agli uffici tecnici del Mit c'erano l'assessora al Lavoro Alessandra Zedda, la prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, il presidente dell'Autorità di sistema portuale Mare di Sardegna, Massimo Deiana.
Le ipotesi
Allo studio, soluzioni per invertire il trend di un calo del traffico merci che, secondo dati forniti da Uil Trasporti, è del 72% negli ultimi tre anni. L'ultimo addio - annunciato proprio il sindacato - è quello del colosso della Hapag Lloyd con la possibile sparizione di alcune linee intercontinentali. Quello di ieri è stato un incontro interlocutorio, senza i sindacati. Ma, puntualizza Alessandra Zedda, «abbiamo fatto subito presente che il vero tavolo partirà col coinvolgimento delle parti sociali. Faremo a breve un incontro a Cagliari per analizzare tutti gli aspetti che sono stati posti». Massimo impegno per superare la crisi: «Faremo il possibile perché il porto non affondi, e comunque i lavoratori non saranno lasciati soli».
In generale, sostiene il presidente Solinas, «l'obiettivo è quello di andare a restituire una prospettiva occupazionale con la vitalità del porto». In che modo? «Seguendo un percorso che ci porti a renderlo attrattivo nel Mediterraneo attraverso una rivisitazione immediata dei perimetri della Zona Franca, un'attivazione della Zes e tutta una serie di altri elementi infrastrutturali come l'aumento del pescaggio e il banchinamento per navi ro ro».
L'operatore
Inutile negare che saranno fondamentali le decisioni che prenderà Cict-Contship, cioè il concessionario del porto (l'hub per il transhipment Contship in Sardegna), in occasione del consiglio d'amministrazione in programma oggi. Nella peggiore delle ipotesi il cda potrebbe decidere per la messa in liquidazione della Cict e per non coprire le perdite. Cda al quale dovrebbe partecipare anche il presidente del Cacip (e sindaco di Sarroch) Salvatore Mattana che non si era presentato alla precedente riunione a Milano. «Vediamo come reagisce l'operatore», spiega Rixi, «al momento infatti parliamo di un'ipotesi di crisi non ancora suffragata da un cda che dovrà decidere se ripianare le perdite e quindi andare avanti, oppure prendere decisioni diverse». Detto ciò, «ci stiamo preparando per avere ai primi di maggio strumenti pronti da presentare ai lavoratori che ovviamente vogliamo sentire e convocare perché ne va del loro futuro».
Il limite paesaggistico
Il viceministro pone anche un'altra questione: «La sovrintendenza limita fortemente l'operatività della realtà del porto. Fare una ristrutturazione complessiva per rilanciare lo scalo di Cagliari vuol dire anche riuscire a eliminare tutti quegli impedimenti che in questi anni hanno bloccato lo sviluppo del porto». Insomma, conclude, «Cagliari va ripensata, deve avere traffici più qualificanti e non deve andare in aperta competizione con scali dove è possibile garantire una manodopera a un livello talmente basso, anche a livello di salari, che per noi e per gli stessi lavoratori non sarebbe conveniente».
Roberto Murgia