Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rischio crolli, ordinanza di sgombero

Fonte: L'Unione Sarda
14 agosto 2009

Via Peschiera. La firma del provvedimento è prevista questa mattina in Comune. Il perito del Tribunale: grave pericolo

Residenti pronti a dare battaglia: «Non ce ne andremo»

Questa mattina sarà firmata l'ordinanza di sgombero di alcune abitazioni nella zona di via Peschiera e di via Castelfidarno. Ma i residenti sono già sul piede di guerra: «Non lasceremo mai le nostre case».
Sarà firmata questa mattina alle 9,30 l'ordinanza di sgombero delle due palazzine pericolanti a breve distanza dalla grande voragine che un anno fa si aprì in via Peschiera procurando gravi lesioni agli edifici circostanti. Ad annunciarlo è l'assessore comunale alla Protezione civile Giovanni Giagoni, il cui ufficio sta lavorando con i Servizi sociali comunali per individuare nel giro di poco tempo gli alloggi sostitutivi in cui potranno essere sistemate le famiglie (quelle che non superano un certo reddito) che dovranno lasciare la propria abitazione entro il 20 di agosto. Gli stabili interessati dal provvedimento si trovano in via Castelfidarno, a poche decine di metri dal luogo della voragine, e più precisamente ai civici 1B e 3. Anche se non si esclude un'estensione del provvedimento a uno stabile tra via Peschiera e via Marengo. L'ordinanza dovrebbe contenere anche la richiesta, rivolta ad alcuni residenti, di provvedere a loro spese al consolidamento delle fondazioni perché alcuni edifici non sarebbero stati costruiti secondo le norme in vigore. Sugli edifici in regola interverrà invece il Comune.
LA PERIZIA Oltre che dalle indagini gravimetriche commissionate dal Comune (a cura del geologo Mauro Pompei e del docente della Facoltà di Ingegneria di Cagliari Gaetano Ranieri) il rischio che si possano verificare nuovi crolli è stato evidenziato da una perizia ordinata dal Tribunale di Cagliari su richiesta di una decina di residenti. «Sulla base degli elementi attuali», si legge nella perizia depositata il 7 luglio dall'ingegner Alessandra Boi, «si individua una situazione di grave pericolo per le persone e gli edifici, a causa del dissesto dei suoli di fondazione, favorito dal dilavamento prodotto dal flusso delle acque, non solo provenienti dalle perdite idriche, ma anche da quelle di origine meteorica, come risulta dal fatto che il dissesto che ha cagionato gravi danni agli edifici di via Castelfidarno si sia manifestato in occasione di un evento meteorico seppur eccezionale…» (l'alluvione del 22 ottobre scorso). «Pertanto la momentanea riparazione della falla nella rete pubblica non costituisce un fattore di sicurezza né una garanzia sulla stabilità della situazione». In conclusione la perizia evidenzia come «non sia da escludere che episodi simili a quello dell'8 agosto 2008 possano ripetersi anche nell'immediato». Il rischio che si verifichino nuovi crolli è quindi più che mai reale.
I RESIDENTI I proprietari delle case, che ieri hanno incontrato il presidente della Commissione comunale pianificazione dei servizi Edoardo Tocco, però, non ci stanno e fanno sapere che anche di fronte ad un'ordinanza di sgombero non abbandoneranno le loro case, neanche temporaneamente. «Io e mio marito non ce ne andremo mai», annuncia Paola Murtas, 59 anni, proprietaria di una palazzina in via Castelfidarno 1 B, «mio marito (Enzo Crosa) è invalido al 100%, non può nemmeno fare le scale e resterà qui insieme a me, mia madre e mia sorella». Restia ad abbandonare la sua casa anche Francesca Dore, 32 anni, che risiede al civico 3 insieme al fratello e ai nonni paterni (proprietari dello stabile). «La nostra casa», spiega, «presenta crepe profonde all'interno e all'esterno, comparse il 23 ottobre, all'indomani dell'alluvione. Da allora, però, non mi sembra che si siano allargate. Sappiamo che ci sono seri rischi ma noi vogliamo comunque restare. Potremmo andar via soltanto dopo aver avuto garanzie scritte dal Comune circa la temporaneità dello sgombero e la certezza di un alloggio consono alle esigenze nostre e dei nonni che vista l'età (88 anni lei, 90 lui) devono essere trattati con tutti i riguardi del caso».
PAOLO LOCHE

14/08/2009