Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Il turista mi ha detto: qui ci vuole più allegria»

Fonte: La Nuova Sardegna
14 agosto 2009

VENERDÌ, 14 AGOSTO 2009

Pagina 1 - Cagliari
Tassisti e portieri d’albergo raccontano i giudizi degli stranieri

CAGLIARI. Città turistica? Non tutto luccica, dicono i confessori storici del viaggiatore, che da sempre sono i tassisti e gli albergatori.
«Gli stranieri dicono che la città è bella», svela Salvatore Tonzanu, socio della cooperativa “Radiotaxi Quattro mori” «e a chi arriva dal Nord piace molto il Poetto, con un difetto: è affollato». Basta con le virtù, quali sono i peccati cagliaritani? «In molti si lamentano per i pochi bagni pubblici e la scarsa flessibilità dei negozi: la sera chiudono troppo presto, proprio quando le persone escono».
Matteo Porcu, tassista con il Tom-Tom di bordo fisso sulla rotta aeroporto-città-aeroporto, fa la conta: «La maggior parte della clientela è ripartita soddisfatta. Il resto dice che mancano gli spettacoli folk nei quartieri storici e senza quelli è molto più difficile conoscere e capire le tradizioni locali».
Sono tante le pecche raccolte da Antonio Delussu, parcheggio alla Stazione, una corsa in attesa e un filotto di peccati da raccontare subito: «Pochi posti letto, in città non c’è un albergo sul mare, orari dei negozi troppo rigidi, spettacoli ridotissimi il fine settimana e poi la domenica è tutto troppo chiuso». Questo e altro gli hanno detto i turisti.
Luci e ombre arrivano anche dai diari più o meno segreti di chi ha alloggiato in albergo. «I nostri clienti non discutono la bellezza della città», dice Salvatore Carta dell’hotel Novecento, in via Angioy. «Ma tutti si lamentano dei pochi parcheggi nel centro storico. Chi arriva con l’auto è costretto a posteggiare in via Roma e a portarsi dietro i bagagli per centinaia di metri».
Luigi Palmas del «Vittoria», in via Roma, va oltre e racconta la giornta tipo del turista: «La mattina i monumenti o il Poetto, la sera piazza Yenne o Monte Urpinu». Tutto bene quindi? «Qualcuno contesta i prezzi delle camere. In alcune strutture, neanche di Prima, le vendono a 200 euro. Giusto protestare, è troppo», sottolinea.
Al Due Colonne, Giuseppe Lasio, dal bancone della reception, parla di marketing: «Gli ospiti sono soddisfatti degli Info-poit e delle cartine distribuite dal Comune». Poi svela: «C’è stata soltanto una professoressa americana che si è lamentata della cattiva qualità dell’inglese della guida durante la visita ai monumenti». Gianfranca Orrù, che gestisce la pensione La Perla, in via Sardegna, se la prende invece con il Comune: «Spesso dà guide con prezzi non aggiornati e purtroppo nascono disguidi con la clientela».
Per Antonio Mundula, storico gestore dell’Albergo Italia, in via Baylle, «I turisti dalle passeggiate ritornano meravigliati, in pochi pesavano che Cagliari fosse così caratteristica. Certo, non mancano le critiche. Due su tutte: i vigili non parlano le lingue e il frastuono notturno».
Critico con il Comune è Nicola Meli, del Miramare. «Tanta buona volontà ma ancora scarsa efficienza», dice dopo aver ricordato che i turisti non vanno lasciati vagare ma devono essere indirizzati. Chiude Elvira Sanna del Quattro Mori: «Il mare e la storia da soli non bastano, bisogna dare un’anima alla città. Qui ci vuole più allegria»,
Paolo Camedda