Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il paradosso dei cartelli pubblicitari

Fonte: La Nuova Sardegna
4 aprile 2008

Cagliari

Comune. Presentate le domande per l’affidamento del nuovo servizio, ma vi sono già state denunce di brogli


Per anni il settore è stato terra di nessuno e dominio dell’abusivismo






CAGLIARI. L’odissea dei cartelli pubblicitari sta per cocludersi. L’appalto per l’affidamento del servizio è stato bandito, le domande sono arrivate e ora si tratterà di verificare il punteggio. Ma tutto sarà fatto alla presenza di un magistrato perchè c’è già stato qualcuno che ha messo le mani avanti e gridato ai brogli. Sin ad ora, però, la questione dei cartelloni publicitari è stata un paradosso. Come dire: se sei abusivo puoi restare, altrimenti no. E alimenato una illegalità diffusa. Sembra impossibile eppure questa è la situazione che questo settore ha vissuto a Cagliari per almeno cinque anni. Oggi in diverse parti della città si iniziano a vedere i faccioni dei politici che da cartelloni più o meno grandi ci guardano e ammiccano suggerendoci di votarli. Ma la cartellonistica ci accompagna anche in tanti atri angoli delle strade e delle vie con un prodotto da comprare o con un’azienda che fa bella mostra di sè. Al di là dei messaggi, però, c’era un problema che che il Comune (volente o nolente) non riusciva a risolvere. Ed è capitato anche che per tre anni (nella scorsa consiliatura) la delibera sul regolamento della cartellonistica apparisse e sparisse in continuazione. Da un lato c’era l’abusivismo e dall’altro l’impossibilità (o l’incapacità, o la non volontà) di intervenire. Vediamo. C’erano state alcune sentenze del Tar che, in pratica, avevano reso tutto più complicato. Innanzi tutto, come premessa, va precisato che c’è una legge nazionale che detta delle regole per i cartelli pubblicitari fissi e per le pubbliche affissioni che possono cambiare contenuto. E che demanda a ogni amministrazione locale la predisposizione di un regolamento. In parallelo gli uffici comunali avevano contestato ad alcuni operatori economici il fatto che il loro cartello pubblicitario fosse abusivo. Questi ultimi, però, avevano fatto ricorso e il Tar gli aveva dato ragione. Che cosa era capitato? Che questi imprenditori avevano, sì, occupato senza autorizzazione degli spazi, ma poi avevano pagato l’imposta sulla pubblicità. Per cui il Tar, in mancanza di un regolamento, disse che se il titolare del cartello pubblicitario ha pagato l’imposta, può mantenerlo anche se “spontaneo”, ovvero non autorizzato», illegale. Nello stesso tempo chi voleva fare le cose in regola e faceva la domanda al Comune, non otteneva alcuna risposta in quanto, non esistendo il regolamento, non c’erano norme su cui basarsi. E l’irregolarità era diventata regola. Poi i tentativi di sistemare la materia hanno trovato infinte difficoltà. Alla fine e solo di recente la questione è stata sbloccata e si è riusciti anche a fare l’appalto per la nuova assegnazione del servizio. (r.p.)