Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La nuova vita de Sa Via Crucis Iniziativa nella chiesa di San Paolo grazie a don Giorgio Mameli

Fonte: L'Unione Sarda
20 marzo 2019

QUARESIMA.

Riproposte le quartine in sardo nelle quattordici stazioni

La nuova vita de Sa Via Crucis Iniziativa nella chiesa di San Paolo grazie a don Giorgio Mameli 

Alcuni testi sono stati ricopiati nelle buste gialle del pane, su quel cartoncino spesso chiazzato d'olio oppure trascritti in fogli recuperati da quei quaderni con la copertina nera che servivano po comprai a fidu nelle botteghe dei nostri nonni. Monsignor Luigi Cherchi, Canonico della Cattedrale e brillante storico della Chiesa sarda, nel 1953 dà alle stampe Sa Via Crucis cumenti si cantat a Deximeputzu. Quartine «ricopiate a mano e conservate gelosamente in ogni famiglia», scriveva monsignor Eugenio Zucca, nativo di Decimoputzu, poi anche lui Canonico in Duomo a Cagliari.
Matrice spagnola
Le più antiche testimonianze fanno risalire la nascita de “sa Via Crucis”a una data anteriore al 1850 ma «è possibile», scrive ancora don Zucca, scomparso nel 2011 «che si tratti una tradizione spagnola come is goccius e molti usanze religiose soprattutto quaresimali come su scravamentu o pasquali come s'Incontru e quindi risalenti anche al XVI-XVII secolo.
Gesuiti e scolopi
Il merito maggiore della conservazione di queste tradizioni si deve all'opera di alcuni ordini religiosi, dai Cappuccini, autori delle prime traduzioni in lingua sarda, ai Gesuiti e agli Scolopi che hanno mantenuto in vita questo deposito di fede, storia e cultura isolana.
Un salesiano storico
Ma si deve a un salesiano dalla rocciosa passione per Cagliari e la storia sarda se - a distanza di 65 anni dalla sua prima pubblicazione - Sa Via Crucis si è conquiestata uno spazio nel panorama liturgico e devozionale della città moderna. Don Giorgio Mameli, storico ex direttore degli Istituti salesiani di Lanusei e Cagliari è lettore e celebrante principale della pia pratica quaresimale che sta richiamando nella parrocchia cagliaritana di San Paolo (in piazza San Giovanni XXIII) una grande folla di fedeli, come avverrà venerdì prossimo, 22 marzo, alle 19,30.
Animatore in limba
Un'intuizione «limitata non al solo periodo pre-pasquale», dice Marco Zucca, della Commissione liturgica parrocchiale e corista, «perché don Mameli ha saputo inserire l'uso della lingua sarda nella liturgia anche durante la Novena dell'Assunta così come una serata della Novena di Natale viene interamente celebrata in sardo. Più che animatore», precisa Zucca, «direi che don Mameli è l'anima di questa operazione che è religiosa ma anche profondamente culturale e sociale».
Is setti spadas
Discorso a parte merita il corredo musicale di questa singolare “via della Croce”. «Il coro, quest'anno», aggiunge Marco Zucca «ha proposto, al termine di ognuna delle 14 stazioni, il canto de Is setti spadas , il versetto con il quale la devozione popolare scandisce la salita al Calvario del Figlio di Dio e il dolore della Madre Addolorata col petto trafitto dalla spada, come appunto viene raffigurata nella iconografia di stampo spagnoleggiante.
La risposta dei fedeli
L'iniziativa dei salesiani di piazza Giovanni ha subito riscosso un inatteso entusiasmo. «Chiesa strapiena, persone che arrivano anche da altre parrocchie, in tanti con il registratore per riascoltarsi la Via Crucis», conclude Marco Zucca. Per una Quaresima in limba nel cuore moderno della città.
Paolo Matta