Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, tredicimila donne corrono contro la violenza

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2019

Beatrice, cinque mesi, è la più piccola al via

 

Grande partecipazione all'iniziativa a sostegno
delle tante associazioni che sono attive sul territorio 

 

Le strade di Cagliari per una domenica si tingono di rosa. Alle 9 via Roma è un fiume di donne di ogni età: dalla più piccola, Beatrice appena cinque mesi, alla più grande, la signora Marisa dall'alto dei suoi 89 anni. In mezzo altre tredicimila donne, una più una meno, ognuna con una propria storia, con gioie e dolori personali. Non sono volute mancare alla quinta edizione della SoloWomenRun, la passeggiata-gara riservata a loro e alle associazioni che quotidianamente combattono le violenze di genere e che si occupano di tanti e vari progetti “in rosa”. In tante sono al via, nella partenza davanti al palazzo del Consiglio Regionale, per ricordare chi non c'è più, portata via da qualche brutto male: «Con questo cuoricino vogliamo dedicare questa camminata al nostro angelo», ribadiscono quattro ragazze emozionate mostrando l'adesivo attaccato sopra la pettorina.
L'onda rosa
L'organizzazione sembra travolta - positivamente - dai numeri incredibili di questa edizione. Perché se cinque anni fa, nel battesimo della SoloWomanRun, le iscrizioni sono state poco meno di duemila, dietro il nastro della partenza della prova non competitiva in questo 10 marzo da record ci sono quasi tredicimila donne. Così il via, previsto per le 9,30, slitta un pochino. Tra sorrisi, canti e una pioggia di selfie nessuno sembra accorgersene. Gli speaker di Radiolina seguono, e animano, la manifestazione per tutta la mattina e lo staff dell'organizzazione (la 42K, insieme all'Apd Miramar) cerca di limare i piccoli inconvenienti che si verificano quando si devono gestire eventi dai numeri così elevati. Lo spirito però è sempre lo stesso: allegria e sorrisi. «Siamo qui», spiega Marika Sommese, insegnante di ballo, «per sostenere questa bellissima iniziativa. Ma anche per divertirci insieme: si respira un clima magnifico». Tiene per mano cinque bambine, aspiranti future ballerine. «Arriviamo da Capoterra. Il nostro gruppo è composto da 67 persone. La più piccolina è nella carrozzina: ha appena cinque mesi».
L'invasione
Superati i piccoli e inevitabili imprevisti (l'arco gonfiabile della partenza si affloscia, ma il fuori programma di pochi minuti si trasforma in un altro momento di divertimento con decine di mani pronte a sorreggerlo), alle 9,50 l'invasione inizia. Il conto alla rovescia anticipa il via. E il fiume rosa si muove, colorando le strade del percorso. Da via Roma si passa in viale Diaz, poi viale Cimitero, via Dante, via Alghero, via Garibaldi, via Manno, largo Carlo Felice, ancora via Roma, via Sassari e arrivo in viale La Plaia. Strade chiuse e varchi controllati dagli agenti della Polizia locale: «Gli automobilisti? Qualche protesta, immancabile. Ma alla fine niente di particolare», dice un agente in servizio.
I selfie
«Siamo qui per spirito di sorellanza. La lotta contro il cancro deve vederci tutte unite per dare il nostro contributo alla ricerca», spiega Paola Secci, insegnante di Quartu. «Eravamo presenti anche l'anno scorso e anche oggi siamo qui». In mezzo all'onda rosa ci sono decine e decine di passeggini e carrozzine. Gli unici maschietti ammessi sono i bambini con meno di dodici anni. E poi tanti cani. Al guinzaglio oppure in braccio alle loro padrone. Debora Atzeni è un'insegnante di educazione fisica e arriva da San Gavino insieme alle altre socie dell'associazione Sorrisi. «Non potevamo mancare insieme alle nostre famiglie a questo appuntamento. Eravamo qui anche l'anno scorso: è un dovere sostenere le associazioni di volontariato che operano nel nostro territorio». La corsa è più una camminata. Tante le soste per gli immancabili selfie nei vari scorci della città. Il bastione di Saint Remy è tra i più gettonati, così come la discesa del largo Carlo Felice. E poi l'immancabile foto sotto il traguardo in viale La Plaia. Valore sociale
Una manifestazione sportiva che ha nel sociale il suo punto di forza. E anche gli uomini apprezzano. Per un giorno si trasformano in papà a tempo pieno ma anche in tifosi e sostenitori delle loro mamme, mogli, sorelle e colleghe di lavoro. Oltre le transenne scattano foto a ripetizione. L'obiettivo della giornata, con il passare delle ore, è raggiunto: il messaggio contro la violenza sulle donne (anche grazie alla presenza del camper della Polizia nella zona dell'arrivo) e l'importanza del contribuire alla ricerca nelle battaglie contro diverse patologie è arrivato forte e chiaro. E le associazioni presenti con più di 250 persone potranno sperare di veder finanziato un loro progetto che sarà valutato dalla commissione etica in base a quattro requisiti: impatto sul disagio familiare, coinvolgimento diretto delle donne, realizzabilità immediata e numero di partecipanti alla Cagliari SoloWomenRun. Come comunicato dagli organizzatori, la formazione più numerosa è stata l'associazione “Sardegna Medicina-Abbracciamo un sogno”, con 3.159 iscritte. Ma in questa domenica accompagnata da uno splendido sole, sorridono tutte le altre onlus: Famiglie dopo di noi, Luna di donna, Peter de Luna, Avis Samatzai Pimentel Barrali, Thalassemici Oristano, Fondazione Giulini, I Giardini di Rita, Associazione Sindrome X Fragile Sardegna, Associazione onlus Diabete Senza Confini, Idea onlus, Nordic Walking Sardegna, S'Andera Biodanza Sardegna, Karalis Pink Team, Le palestre di Dany, Associazione Passu Passu, Amelia Sorrentino.
Il nuovo record
L'entusiasmo è contagioso. E così c'è chi si è dovuta arrendere all'insistenza di qualche familiare: «Mi hanno portato le mie figlie. E sono felice di essere qui», confida Nella Stoppa, 79 anni di Decimomannu. Sulla sua sedia a rotelle - così come tante altre donne - non è voluta mancare. «Nella mia vita ho fatto la casalinga. Con sette figli difficile far altro», aggiunge con un sorriso contagioso. Giuliana Giordano, 73 anni di Quartu, è alla sua prima SoloWomanRun: «Una meravigliosa giornata in rosa. Ora devo rintracciare le mie compagne della scuola di ballo». Due studentesse di 21 anni, Alessia Pireddu, di Assemini, e Veronica Pretto, di Elmas, tagliano il traguardo. Nei loro volti un'espressione di gioia: «Una manifestazione bellissima. Ci fa piacere aver dato il nostro piccolo contributo per una buona causa». E l'anno prossimo si punterà a un nuovo record: superare le ventimila partecipanti.
Matteo Vercelli