LA VERTENZA.
Si inasprisce la protesta dei lavoratori: «Non andremo via sino a quando non avremo risposte» I precari De Vizia si incatenano e iniziano lo sciopero della fame
«Siamo sfiniti ma non ci arrenderemo. Non andremo via di qua fino a quando non avremo concrete risposte sulla nostra vertenza». È questo il grido di protesta degli ex lavoratori della De Vizia, che dalla tarda mattinata di ieri hanno iniziato lo sciopero della fame e si sono incatenati al cancello del Comune in via Roma. Un gesto estremo quello degli operai, compiuto dopo due mesi di presidio, trascorsi in una tenda sotto i portici di Palazzo Bacaredda.
Il gesto è stato compiuto intorno alle 11.45, quando cinque ex dipendenti, dopo un serrato colloquio all'interno del presidio, hanno deciso di alzare il livello della protesta legandosi al cancello del municipio. Nel frattempo altri colleghi erano impegnati a distribuire volantini con le ragioni della mobilitazione. La scena è stata a lungo accompagnata dal suono di trombe da stadio che hanno amplificato il tenore della protesta. «Dal momento che durante questi mesi non c'è stato alcun interesse concreto verso la nostra vicenda - spiega Stefano Leoni - siamo costretti a compiere questo gesto. Ci dispiace che l'amministrazione comunale non capisca la nostra sofferenza e quella delle nostre famiglie. O ci portano via da qui o non ci spostiamo finché non riceviamo una proposta concreta».
Anche Giampaolo Viola, 58 anni ed un decennio alle dipendenze della De Vizia, commenta amaramente la scelta: «Purtroppo siamo dovuti arrivare a questo. Avevamo chiesto di non essere abbandonati e di essere ascoltati, ma così non è stato. Oramai non abbiamo più niente da perdere. Staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi giorni».
La situazione per venti dipendenti si è aggravata a gennaio quando la De Vizia, una delle aziende impegnate nel servizio di raccolta dei rifiuti, ha comunicato ai lavoratori che non sarebbero stati confermati nel ruolo. Da quel momento è scattata la mobilitazione: gli operai hanno organizzato un presidio fisso e si sono accampati sotto una tenda all'ingresso del municipio. Nelle precedenti settimane, alcuni ordini del giorno sono stati presentanti e approvati in Aula, ma la situazione per i precari non è cambiata.
I lavoratori chiedono il rispetto delle clausole sociali presenti nel contratto d'appalto e invocano la costituzione di un tavolo d'incontro tra azienda, Comune e sindacato, per risolvere definitivamente la vertenza. «Non riusciamo a comprendere perché la nostra questione sia ancora bloccata - afferma Luca Aresu - pensavamo che risolvere questa situazione fosse una delle priorità del Consiglio. Quello che noi vogliamo è semplicemente il rispetto degli accordi previsti nel capitolato. A noi lavoratori era stato garantito che il vincitore dell'appalto si sarebbe impegnato a stabilizzare i dipendenti che avevano un contratto a tempo determinato. Così non è accaduto e dopo dieci anni di servizio siamo finiti in strada». Nei prossimi giorni si attendono ulteriori sviluppi sulla vicenda.
Matteo Piano