Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Non è una città per viaggiatori cinesi Chiara Sini, esperta di culture asiatiche: «Non siamo pronti

Fonte: L'Unione Sarda
28 febbraio 2019

TURISMO.

Il volo diretto con Pechino da solo non basterà a portare i vacanzieri annunciati Non è una città per viaggiatori cinesi Chiara Sini, esperta di culture asiatiche: «Non siamo pronti per l'accoglienza» 

«Masse di turisti cinesi? Almeno per ora, non li vedremo», sentenzia Chiara Sini, presidente di “Cina più vicina” e profonda conoscitrice della cultura e della società del paese asiatico. Quando, il 16 novembre 2017, giunse in Sardegna il presidente cinese Xi Jinping, a fianco a lui c'era sempre, nel ruolo di interprete, proprio Sini. Un viaggio che fece sognare in tanti: certo, nessuno immaginava piazza Garibaldi trasformata in una sorta di piazza Tienanmen, con tanto di bandiera rossa a cinque stelle. Ma era lecito attendersi che, grazie a quella visita, un miliardo e 400 mila cinesi avrebbero conosciuto l'Isola. E che questo si sarebbe tradotto in investimenti e in arrivi di turisti. Un sogno restato tale: al di là di sterili protocolli d'intesa e di annunci (come quello relativo al volo diretto tra Cagliari e Pechino), nulla è cambiato.
Le ragioni
Sini («Una cinese nata per sbaglio a Nuoro», scherza) analizza i motivi per i quali la Sardegna non ha superato la Grande muraglia. «Forse servirebbe un altro approccio: per trattare con quel paese occorre passare per la via culturale, è quella che serve ad aprire le altre porte». Inutile pensare al volo diretto. «So che ci stanno lavorando. Ma serve a poco se non si creano i presupposti: occorre che ci sia un flusso importante di persone che vadano verso Pechino. E che i turisti vengano accolti secondo le loro attese. Per ora, nessuna di queste condizioni è realizzata». Che cosa fare per attrarre visitatori? «I turisti cinesi si dividono in diversi gruppi: quelli interessati al lusso che, ovviamente, non vengono qui. Ci sono i croceristi che già arrivano anche se in numero ridotto. E ci sono quelli attratti da percorsi naturalistici e culturali. Ma come possono arrivare se non hanno la benché minima idea della città e della Sardegna?».
La strada
Ma che cosa chiedono i cinesi? «Devono avere informazioni: comprensibile che non ci siano cartelli in cinese. Ma loro sono abituati ad avere il wifi dappertutto per avere notizie dal web. Qui non è così. E poi servono driver che parlino la loro lingua». Serve conoscere anche un “minimo sindacale” della loro cultura. «In hotel si aspettano di trovare il brick d'acqua calda che viene bevuta in segno di buon augurio. E, visto che parliamo dell'Isola, si deve sapere che non mangiano formaggio che loro chiamano muco solido».
La cultura
Sini ci prova. «Lo scorso autunno, su invito del governo cinese, sono stata a Dalian a rappresentare l'Italia al “Festival internazionale delle città di mare” che apriva il progetto “La via della seta”: ho portato le immagini di Cagliari che sono state immortalate dalla Cctv, la tv di Stato». La stessa emittente che ha raccontato i festeggiamenti per il capodanno cinese alla Marina, organizzato da Sini e da Luca Mureddu. «Dobbiamo andare da loro per farci conoscere e dobbiamo portarli qui per mostrare le similitudini tra la nostra e loro cultura che, a dispetto di quello che si pensa, sono tantissime».
Marcello Cocco