Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E adesso Cagliari vuole calare il poker

Fonte: L'Unione Sarda
7 agosto 2009

Nazionale in via Rockefeller nel 2010 con un match mondiale?
Venerdì 07 agosto 2009 

Basta per favore con la storia di dire l'Italia ha perso ma Cagliari ha vinto: è da una vita, ormai, che questa città dimostra, su tutti i campi (calcio, tennis, vela, atletica, volley, pugilato, basket…) di essere all'altezza della situazione. Spesso addirittura oltre. Di Italia-Francia dell'altra notte in via Rockefeller resta un bellissimo colpo d'occhio ma anche una sconfitta (77-80) che pregiudica pesantemente la qualificazione all'europeo polacco in programma a settembre. Ma questa non è una notizia perché l'amatissima Azzurra è da tempo in affanno, e già il fatto che sia dovuta ricorrere all' additional round è una sconfitta per una Nazionale che una volta era tra le grandi d'Europa: il meglio che offre il campionato è però questo, è rappresentato da giocatori che nelle rispettive squadre non hanno né leadership né minutaggio, e poi Bargnani non è Shaquille O'Neal e Belineli non è Kobe Bryant. Da soli non vincono, possono farlo soltanto in compagnia, e non è facile trovare la chimica con i compagni che vivono dall'altra parte dell'Atlantico. Inutile farla troppo lunga: è così, e la battaglia del presidente della Federbasket Dino Meneghin di restituire dignità alla Nazionale attraverso una rivisitazione dedlle leghe maggiori è legittima e condivisibile, ma forse è anche una battaglia perduta. Sconfitte a parte, Cagliari, invece, è già proiettata verso il prossimo anno: Bruno Perra (presidente federale sardo) e Mauro Mannoni (comitato organizzatore locale) vogliono chiudere il poker, portare cioè per il quarto anno consecutivo in Sardegna l'Italia. L'occasione la offre il campionato mondiale che si svolgerà in Turchia e Cagliari - nei sogni non solo della premiata ditta “Perra & Mannoni” ma di tutto quell'esercito di volontari che ha lavorato per portare Azzurra nell'isola - potrebbe rappresentare una tappa di avvicinamento. In due modi: un semplice test-match di avvicinamento alla rassegna iridata, oppure qualcosa di più, un girone di qualificazione. I presupposti ci sono tutti: la macchina organizzativa è rodatissima, l'Italia viene volentieri a Cagliari. Il problema è il Palazzetto dello Sport. Troppo grande durante l'inverno, troppo piccolo, sempre più piccolo durante l'estate, anche se proprio grazie alla federbasket regionale che ha fatto un sano pressing sul Comune di Cagliari, è stato sensibilmente migliorato: adesso c'è un fondo di legno ancora più pregiato. Ma il basketball più pregiato - si sa - è quello che si gioca nella Nba: il grande sogno di tutti i cestofili cagliaritani è quello di assistere a un match di quel livello. Gli agganci diplomaticamente costruiti in questi ultimi anni da questa dirigenza (l'altra notte in via Rockefeller c'erano tra gli altri i presidenti di due franchigie americane) sono tali da sentirsi rispondere così all'invito: appena avrete un palasport da almeno settemila posti, noi veniamo per giocare un match della pre-season . Beh, che aspettiamo? Il Palazzetto ha quarant'anni. Non ne può più, non ce la fa più.
NANDO MURA