Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Era dell'Acquario

Fonte: L'Unione Sarda
6 agosto 2009

Famoso altrettanto forse c' é solo Jesus Christ Superstar . Più di The Rocky Horror Picture Show . Più di Fame e del Chorus Line . É Hair , il musical. Così, quasi per antonomasia. Anche per quello che rappresenta, perché ne ha fatto un bel film omonimo Milos Forman, per il periodo del flower power e i sogni di più di una generazione che incarna. Arriva a Cagliari (domani all'Anfiteatro romano di viale Sant'Ignazio), portato da Shannara, lo spettacolo messo su dall'autore e regista Giampiero Solari che lo ha riscritto insieme a uno degli autori dello show originale (James Rado, l'altro era lo scomparso Jerome Ragni, che lo pensarono ormai più di 40 anni fa) avvalendosi anche della direzione musicale di Elisa che il suo primo Hair lo ha visto grazie alla nonna che la portò con sé a vedere uno spettacolo che la segnò per tutta la vita.
Il regista Giampiero Solari è un sognatore che realizza sogni, uno scommettitore che vince scommesse. Sue le fortunate trasmissioni televisive basate sulla formula del one man show. Come quelle indimenticabili con Gianni Morandi, con Adraino Celentano, con Giorgio Panariello, con Fiorello. Uno che punta alto e rischia. Vince spesso e in maniera disarmante. L'ultima scommessa è Hair , appunto. Dal piccolo schermo al grande palco. Dal singolo mattatore allo spettacolo corale. Dalla televisione al teatro.

«Uno spettacolo che io non interpreto come un musical ma come un documento storico. Si racconta di un movimento che, per la prima volta nella storia, lotta non per prendere il potere ma provare a vivere in un modo diverso dal sistema fatto di guerra e di consumo e che crede nel futuro, nell'amore, nella pace». dice.
Peace & Love. Ma non sarà un po' reducista? Insomma, nostalgico?
«L'unico reduce di questi tempi è l'utopia. Sconfitta dal disinteresse, dal monopolio e dalla separazione tra chi ce l'ha fatta e chi no. In realtà l'età dell'acquario, quella dei grandi cambiamenti epocali, non è mai finita anzi è appena cominciata».
Quindi è attuale?
«Lo è ma non perché sia attualizzabile o sia stato attualizzato. Hair l'ho voluto dedicare a mio figlio, Pablo, che ha 20 anni. Lui mi diceva: Perchè fai uno spettacolo su quei rimbambiti di hippies?. Poi ha capito».
Cosa?
«Che non siamo diventati nonni dei fiori da figli che eravamo. Che quello spettacolo parla ancora dell'inutilità della violenza, dell'assurdità della guerra. Se non è Vietnam sarà l'Irak. Con la differenza che oggi le guerre le chiamano missioni di pace ma le bare sono le stesse. Hair può sembrare la storia di una sconfitta, perché gli hippies morirono di ingenuità, ma invece è la possibilità di raccontare la storia di un futuro migliore fatto di idee, emozioni e cose semplici».
La suo curriculum sembrerebbe che lei sia uno che ama le sfide.
«Amo fare cose nuove, pensare cose nuove, inseguire sogni o, se si vuole, utopie. Non riesco mai a fare la stessa strada: chi avrebbe scommesso sul progetto di Sky e di Fiorello? O sul programma con Adriano Celentano?»
Dica la verità. In questi suoi azzardi non ha mai paura di sbagliare?
«Ho l'arma di difesa: l'esperienza. Per il resto voglio andare avanti a fare errori, voglio ancora il diritto di mettermi in gioco e di sbagliare. Ma dagli errori si impara e si fa tesoro».
Con chi avrebbe voluto lavorare?
«Con Dean Martin, con Frank Sinatra, con Totò. E col più grande attore italiano: Peppino De Filippo».
A propisito di grandi che avrebbe voluto dirigere, con Eduardo De Filippo invece ha lavorato
«Beh, in scena l'ho visto lavorare più che altro. Ricordo che mi permise di stare sul palcoscenico. Dopo mi disse: "Ma tu c' eri?". Risposi di sì. "Allora sei bravo perché non ti ho notato". Un'unica, grande, lezione magistrale di teatro».

Sin qui le parole del regista Giampiero Solari. Domani invece parole e musica sulle note di un motivo che tutti almeno una volta hanno canticchiato.
When the moon is in the Seventh House, And Jupiter aligns with Mars, Then peace will guide the planets, And love will steer the stars, This is the dawning of the age of Aquarius, The age of Aquarius!Aquarius! Aquarius!
L'era dell'Acquario che tutti ancora stiamo (invano?) aspettando.
GIUSEPPE CADEDDU

06/08/2009