Rassegna Stampa

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Medaglia d’onore a militare sardo sopravvissuto a un campo di concentramento nazista

Fonte: web Vistanet Cagliari
1 febbraio 2019


Medaglia d’onore a militare sardo sopravvissuto a un campo di concentramento nazista
Corrado Cabras, nipote del militare sardo deportato nel lager nazista, riceve la Medaglia d’Onore.
La Medaglia, consegnata dalla Prefetta di Cagliari, è stata ritirata dal nipote Corrado Cabras nel corso della cerimonia solenne del "Giorno della Memoria".

     
Beniamino Carcangiu aveva 18 anni quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Sardo, carabiniere di stanza nel Triveneto, l’1° ottobre 1943 fu deportato nel campo di concentramento nazista di Stammlager, dal quale fortunatamente riuscì a fuggire. Stamane, nel corso di una solenne cerimonia in occasione del “Giorno della Memoria” tenutasi a Palazzo Regio, suo nipote Corrado Cabras ha ricevuto dalle mani della Prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, la Medaglia d’Onore commemorativa. Presente anche la vicesindaca Luisa Anna Marras.

«Mio zio si rifiutò di collaborare con i nazifascisti – racconta – Per questo fu deportato nel campo di sterminio e sottoposto a quotidiane angherie: sputi, insulti, spintoni. Si rifiutava anche di mangiare il cibo che gli veniva dato, poiché all’interno vi erano resti umani. Fu condannato alla fucilazione ma fortunatamente riuscì a scappare e a trovare riparo presso gli Alleati. Contribuì, insieme ad altri 650 mila militari italiani, alla caduta del regime».

La cerimonia ha reso omaggio alle milioni di vittime della follia nazista, deportati e uccisi nei forni crematori. Mantenere viva la memoria affinché l’orrore non si ripeta. Lo ha sottolineato la Prefetta: «È necessario comprendere il significato di questa ricorrenza. Fu una macchia indelebile nella storia dell’umanità. Anche in Italia, complicità, paura e indifferenza hanno contribuito a far sì che ciò accadesse. La storia è maestra ma noi non dobbiamo essere cattivi discepoli».

Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha invece ribadito la necessità di tenere alta la guardia contro i “seminatori di odio”: «Occorre coltivare la memoria con costanza, tenacia e passione civile, quale antidoto all’odio. L’Europa è attraversata da sentimenti di forte ostilità nei confronti del diverso, di chi arriva da lontano, visto come nemico. Tuttavia, la convivenza pacifica tra esseri umani è ancora possibile».

All’evento hanno preso parte anche numerosi di rappresentanti delle istituzioni e della società civile, nonché un folto gruppo di studenti delle scuole medie e superiori, che hanno letto varie lettere e pensieri. Il coro delle voci bianche dell’Osservatorio “Pierluigi Da Palestrina”, inoltre, ha aperto la cerimonia intonando l’inno di Mameli. In seguito, hanno interpretato diversi brani, tra cui lo storico “Non potho reposare”.