Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nei cassonetti i rifiuti dell'hinterland

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2009

Il caso. Nonostante le multe salate si riesce a limitare solo parzialmente il fenomeno. Più controlli nelle zone periferiche
Tantissimi residenti nei comuni vicini “scaricano” in città

La raccolta differenziata dei rifiuti si ferma davanti a un limite: i residenti nei centri dell'hinterland che scaricano le buste di immondizia nei cassonetti della città, soprattutto nelle zone periferiche.
In viale Marconi, trafficatissimo asse d'unione tra Cagliari e Quartu, fino a otto mesi fa bastava un solo camion-compattatore: i cassonetti non erano mai pieni. Al massimo i rifiuti arrivavano a metà o quasi, e un solo mezzo della De Vizia era sufficiente per ritirare anche i rifiuti delle strade vicine. L'arrivo del porta a porta nella città di Sant'Elena ha costretto il gestore dell'igiene pubblica urbana a rivedere i piani e raddoppiare il servizio perché, secondo la tesi dell'assessorato alla Pianificazione dei servizi del capoluogo, ogni mattina decine di quartesi contribuiscono generosamente a gonfiare il peso dei rifiuti indifferenziati che il Comune smaltisce nell'inceneritore del Tecnocasic. Un piccolo bacino di spazzatura clandestina con una lunga lista di affluenti: la stessa fotografia si può scattare tutti i giorni anche sul ciglio della 195, in viale Elmas e negli altri ingressi della città.
I NUMERI Lo dimostrano i numeri: nel luglio del 2008, quando la differenziata era ancora in pieno rodaggio, Cagliari bruciava negli impianti di Macchiareddu una media quotidiana di 290 tonnellate di rifiuti. Le statistiche dello stesso mese del 2009 dicono che c'è stata una flessione: 190 tonnellate, sessanta in meno, un calo del 24 per cento. Non abbastanza: la raccolta differenziata è ora solo al 31 per cento. E ogni giorno arrivano dall'hinterland una decina di tonnellate di spazzatura indifferenziata.
«Da quando il porta a porta è diventato obbligatorio nei paesi della provincia», racconta Gianni Giagoni, assessore alla pianificazione dei servizi, «abbiamo registrato un cambiamento dei numeri: mentre i Comuni vicini tendono a diminuire il conferimento dei propri rifiuti, Cagliari aumenta. Ogni giorno centinaia di persone arrivano in città e buttano i loro sacchetti nei nostri cassonetti. Così noi bruciamo i rifiuti di Quartu, Quartucciu, Selargius, Pula e Capoterra, tanto per fare degli esempi». Un rimedio potrebbe essere quello di far sparire i cassonetti, ma lo si potrà fare solo quando la differenziata viene attuata con il servizio porta a porta.
LE SANZIONI E le multe, per inciso, fioccano anche se i verbali non riescono a contenere l'ondata di rifiuti “abusivi”. Gli agenti di polizia municipale hanno firmato le ultime nel weekend, di fronte all'ospedale Marino. I vigili si sono accorti che i cassonetti interni della struttura della Asl 8 venivano riempiti, sembra da diverso tempo, con spazzatura dell'hinterland. Così hanno sorpreso e multato i colpevoli. Nel 2008 le sanzioni per violazioni ambientali sono state 563 (121 proprio per divieto di conferimento ai non residenti), e nei primi quattro mesi del 2009 i numeri parlano di 250 contravvenzioni. Più che raddoppiate. Per le infrazioni più banali la multa oscilla tra i 50 e i 150 euro. E sale a 1.666 euro per chi abbandona l'auto da rottamare sul suolo pubblico (succede anche questo), mentre raggiunge i 3 mila euro per le macellerie e le pescherie che conferiscono irregolarmente gli scarti.
Ancora: fino a quattrocento euro per chi butta un sacchetto per strada, fuori dai cassonetti o non rispetta gli orari di conferimento. Sanzione che arriva a cinquecento euro per i non residenti che scambiano Cagliari per una discarica dove lasciare i rifiuti di altri Comuni. «Tantissimi abbandonano i sacchetti sul ciglio della strada, anche perché in quasi tutti i paesi i cassonetti “indifferenziati” non esistono più. E il porta a porta fa il resto: a Capoterra, tanto per citare un Comune, il secco residuo viene ritirato una volta alla settimana. Gli altri giorni probabilmente molti si liberano delle buste appena arrivano in città. Avremo anche noi questo problema perché la legge regionale ci impone una differenziazione a monte, in casa. Altrimenti nel nuovo appalto avremmo previsto l'acquisto di impianti di selezione, che consentono una differenziata “a valle”».
I VIGILI Per combattere in modo radicale il fenomeno dei rifiuti in trasferta la polizia municipale ha istituito una Sezione di vigilanza ambientale: dieci agenti che operano, anche in abiti borghesi, su tutto il territorio del capoluogo dalle 6 alle 23. Poi c'è il lavoro di “intelligence”: i vigili passano ai raggi x i sacchetti dei rifiuti indifferenziati. E spesso trovano plastica, alluminio e vetro, che dovrebbero essere depositati nei loro cassonetti. In questi casi spesso si riesce a risalire al proprietario grazie a bollette, lettere e fax buttati insieme alla spazzatura.
MICHELE RUFFI

04/08/2009