Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'altra faccia del consumismo

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2019

ECOCENTRO. Tra gli oggetti gettati via anche abiti da sposa e tanti libri

 

Nelle isole ecologiche si buttano computer e televisori nuovi 

 

 

No, non vissero felici e contenti. Impossibile ipotizzare un epilogo positivo di un matrimonio davanti a un gesto così eclatante: la giovane donna arriva silenziosa al cassonetto degli abiti dell'isola ecologica del parcheggio Cuore e, senza proferire verbo, abbandona il suo abito da sposa. «Mica è stata l'unica», sospirano gli operatori della Devizia, «è capitato più di una volta che qualche donna abbia gettato ll vestito bianco».
L'isola
Nessuno, naturalmente, chiede niente: gli operatori si limitano a controllare l'ecocard e indirizzano gli utenti ai cassonetti. «Anche se in tanti, nonostante le raccomandazioni, continuano a venire qui senza aver differenziato gli oggetti da buttare». Arrivano alle 7, tante auto sono già in attesa. E sino alle 13 lavorano senza un minuto di pausa. Un tran tran che riprende dalle 15 alle 21.
Il campionario
Lavoro duro. Ma che regala anche uno spaccato sulle (brutte) abitudini del consumismo: nel cassonetto in cui finiscono gli apparecchi elettrici ci sono alcune stampanti apparentemente nuove. «In realtà, sono davvero nuove: in alcuni casi acquistarne una costa meno che ricaricare il toner». In quel cassonetto è già finito di tutto: computer degli anni 2000 ma anche nuovi (e, forse, ancora funzionanti); televisori con il tubo catodico e schermi al plasma. Ma anche oggetti che farebbero la gioia degli appassionati di modernariato, come le vecchie macchine da cucire Singer e Necchi.
Le regole
Oggetti destinati a “morire”, nonostante tutto. Impossibile anche riciclarli: il caso della dipendente di un'azienda di rifiuti torinese licenziata per aver preso una bici per bimbo dai rifiuti spaventa tutti. Mentre gli operatori stanno verificando alcuni operai che gettano gli sfalci nel compattatore, arriva un uomo: nel sedile posteriore della sua auto ha una sedia nuova. «Perché non la prendete voi? Ve la regalo. È un peccato buttarla via», dice. Impossibile. Il suggerimento arriva da un altro utente: «Tra breve apre il centro per il riuso: tenga la sedia a casa e poi la porti lì». Mica è l'unico caso. «Qualche giorno fa ci volevano regalare reti per i materassi ancora imballate».
Il cassonetto giallo
Nel raccoglitore dei materiali elettrici qualcuno ha gettato le luminarie natalizie, appena tolte dall'albero. Il segnale che le vacanze sono finite. Ma ancora più triste è dare un'occhiata al cassonetto della carta e del cartone: è pieno, soprattutto, di libri. A mezzogiorno non c'è più spazio: l'ultimo “carico” arriva da una donna che getta i volumi dei suoi studi universitari. «Li butto perché nessuno vuole testi legali». Fa un certo effetto vedere la brutta fine di un “Torrente”, il manuale di Diritto privato da cui tanti studenti di Giurisprudenza hanno studiato. «Qualche tempo fa un uomo ha buttato un album con vecchie foto di Cagliari».
Le curiosità
In pochi mesi di lavoro gli operatori della Devizia hanno visto di tutto: giocattoli antichi in legno, campanacci di animali da pascolo, dischi in vimini, vecchi impianti stereo-8 (gli antesignani delle autoradio). Addirittura abiti da uomo, usati forse solo una volta, di un alto dirigente morto poco tempo prima. «La cosa più strana? Una donna che voleva buttare tre pile ancora nuove perché non funzionavano. Per forza, si era dimenticata di togliere la plastica nello spazio in cui si sistemano le batterie».
Marcello Cocco