Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dieci anni di controcultura tra riviste e fanzine

Fonte: La Nuova Sardegna
9 novembre 2018

 


Al Search di Cagliari la mostra “Vietato vietare”, la sfida ai tabù negli anni caldi tra 1968 e 1977
di Sabrina Zedda
 


CAGLIARI. Dibattiti, convegni, film, documentari. Per celebrare il Sessantotto nel cinquantenario di quel periodo difficile ma fecondo, in Italia si è pensato a tutto. Non abbastanza invece a degli eventi espositivi. Peccato, perché raccolte di materiali sulla controcultura di quegli anni nello Stivale ce ne sono solo tre: due sono all’estero da tempo. La terza sarà visitabile a Cagliari da oggi (inaugurazione alle 18.30), e sino al 3 marzo, nello spazio Search nella mostra intitolata “Vietato vietare. Controcultura in Italia 1968-1977 dalla collezione Longo”. Inserito nel festival CagliariPaesaggio, ideato dall’assessorato comunale alla Cultura, l’evento espone per la prima volta al pubblico la collezione che Enzo Longo ha raccolto soprattutto a partire dagli anni Novanta. Più di duecento pezzi tra libri, fumetti, riviste, poster e persino giochi da tavolo. Tutti con un denominatore comune: la consapevolezza, maturata tra i giovani di quel periodo, che la stampa era il mezzo più potente per diffondere le idee del movimento giovanile.

Spiega Melania Gazzotti, curatrice della mostra: «Appena finito l’entusiasmo per gli eventi del ’68, i giovani capiscono che solo facendo circolare di più i giornali si possono far circolare di più le idee». Sono gli anni della droga, della liberazione sessuale, della psichedelia, ma anche dei primi movimenti pacifisti e ambientalisti: idee che si contrappongono alla cultura dominante. I giovani le coltivano con stampati a volte fugaci, a volte capaci di durare nel tempo. Come “Il re nudo”, la rivista impegnata nell’approfondimento di temi come l’effetto degli stupefacenti. Che dire poi del foglio “Berchet ‘68”, simbolo della rivolta studentesca partita nel gennaio di quell’anno dal liceo Berchet di Milano?

Il viaggio nell’universo della contestazione propone anche il manuale di “autodifesa e lotta per i minorenni contro la famiglia”, volumi contro il servizio militare o altri, come “Insieme conto”, che raccolgono le prime esperienze dei consultori femminili. Ci sono anche i poster dei primi spettacoli firmati da un giovanissimo Dario Fo e si arriva all’immagine simbolo del “black power”, la protesta contro il razzismo incarnata dal pugno sollevato durante
le olimpiadi di Città del Messico del 1968. «Anni formidabili in cui le persone si incontravano e pensavano a un futuro insieme – spiega Enzo Longo –. Oggi c’è molta solitudine, e spero che le aspirazioni di quei giovani possano essere di stimolo e riflessione per i ragazzi di oggi».