INCHIESTA.
Una madre racconta la telefonata delle amiche della figlia e la corsa notturna
Giovanissimi traditi dall'alcol Cresce il numero di minori trasportati in ospedale dopo la discoteca
Ubriachi a 15 anni. Dopo una serata in discoteca. Soccorsi dalle ambulanze del 118 e recuperati dai genitori nel cuore della notte. Non potrebbero bere, non hanno l'età. Invece.
Sara è una studentessa modello. Frequenta la seconda classe di un liceo cittadino, ad agosto ha partecipato a una seconda serata in una discoteca cagliaritana. Non è andata benissimo, anzi. La nottata si è conclusa al pronto soccorso dell'ospedale Marino. Abuso di alcol , hanno scritto nel referto. I buttafuori - denuncia la madre - quando hanno capito la gravità della situazione l'hanno trasportata fuori e lasciata su una panchina del lungomare dove poi è stata recuperata in condizioni penose dai genitori. Per fortuna le amiche le sono state vicino, altrimenti le conseguenze sarebbero potute essere più gravi.
Il racconto
Patrizia è la madre di Sara. Si fida di lei e quando la figlia quindicenne le chiede, quasi supplicandola, il nulla osta per la serata in discoteca, convoca la famiglia. Dopo una trattativa estenuante, mille promesse e raccomandazioni, arriva il sì. «Contatta il pr che le vende il biglietto “ingresso con tavolo” e che certo non si cura di accertarsi dell'età degli acquirenti». La sera della festa, come spesso accade tra le ragazzine, Sara va a prepararsi a casa di un'amica con la quale aveva appuntamento per la discoteca. «Non avevano bevuto alcolici. Solo una coca cola con la pizza. C'è tanto entusiasmo per la novità. A mezzanotte l'appuntamento fuori dal locale. Sono sobrie, vengono accompagnate dalla madre dell'amica che certifica la loro lucidità».
All'una l'ingresso. «Nessun controllo dei documenti. Sara e gli amici ballano e si divertono. Comprese nel biglietto d'ingresso ci sono le consumazioni. Nell'area privé arrivano vodka, limonata e altri alcolici. Sara - così mi raccontano le amiche - beve il primo bicchiere e dopo pochi minuti un altro. Non è certo abituata e gli effetti sono disastrosi. Non si regge in piedi, sta male e vomita».
L'ansia
Patrizia a casa è sveglia. Gli accordi con la figlia sono ferrei: «Alle 3 chiamami». La telefonata arriva, ma non è di Sara. Sono le amiche: «Presto venite, vostra figlia sta male». La corsa in auto nel buio della notte dura pochi minuti. Sara e altre decine di ragazzini e ragazzine sono come degli zombi. Il trucco sfatto, facce distrutte e gambe che si piegano. Sara è su una panchina, incosciente, lasciata lì dai buttafuori, forse per evitare guai peggiori.
Arrivano i genitori che la caricano in auto e via verso l'ospedale Marino. Per la guardia giurata del pronto soccorso è una scena vista mille volte. «Ci mette a disposizione una carrozzina e la portiamo all'interno. La dottoressa ci fa le domande necessarie per la compilazione del referto. Nel buio dell'ambulatorio vengono somministrate a Sara tre flebo. Per fortuna fanno effetto e dopo poche ore siamo all'esterno dell'ospedale, il mare piatto, il sole che sorge e la Sella del diavolo».
La discoteca Angelo Cerina è il gestore della discoteca Il Lido. «Non è giusto associare il nome del locale alle risse e ai ragazzini che si ubriacano nel piazzale. Impieghiamo molte risorse umane per garantire la tranquillità dei giovani. Siamo l'unica discoteca del Poetto con tutte le autorizzazioni in regola». Per Cerina chi non è lucido sta fuori. «Gli steward sono molto attenti. Se i ragazzi si ubriacano non è certo al bar della discoteca. Piuttosto, cercano di entrare con bottiglie di alcol comprate nei market». Gli stratagemmi non mancano. Pochi mesi fa abbiamo scoperto all'ingresso un ragazzo che voleva entrare con venti palloncini pieni di alcol. Stiamo molto attenti e collaboriamo con Polizia e Carabinieri per evitare episodi spiacevoli».
Andrea Artizzu