Rassegna Stampa

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Cambiamento clima, mar Tirreno a +8 centimetri entro il 2050: addio Poetto

Fonte: web sardiniapost.it
2 novembre 2018

Cambiamento clima, mar Tirreno a +8 centimetri entro il 2050: addio Poetto


È uno scenario apocalittico quello contenuto nel Pnac, il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. L’ha elaborato il dicastero dell’Ambiente con l’obiettivo di affrontare gli impatti dell’effetto serra e quindi del surriscaldamento del pianeta, in modo da avviare, per tempo, politiche di adattamento. Quindi di contenimento dei danni. Stando al documento ministeriale, tra il 2021 e il 2050 il livello del mar Tirreno – quello che bagna a est le coste sarde e sul quale si affacciano anche Toscana, Lazio, Campania e Sicilia – è destinato ad aumentare fino a otto centimetri.

Senza una inversione di tendenza, intere spiagge finiranno sommerse, a cominciare dal Poetto di Cagliari (nella foto). Anche perché, sempre stando al Pnac, “nelle stagioni primaverile e autunnale”, è scritto ancora, la variazione di livello potrebbe arrivare anche a quota “10 centimetri”. La stessa temperatura del mare è destinata a modificarsi, con un aumento ipotizzato “di 1,2 gradi su base annuale per l’intero bacino del Mediterraneo”, differenziato nei sotto ambiti del Tirreno, dell’Adriatico e dello Ionio. Per il Tirreno è stimata una crescita della “temperatura superficiale dell’acqua sino a 1,5 gradi”, mentre nell‘Adriatico la forbice indicata nel Pnac oscilla tra “1,5 e 2 gradi centigradi”. Un grado e mezzo è invece accreditato sullo Ionio.

Quanto alla temperatura globale del pianeta, si può fare riferimento ai documenti dell’Ipcc, acronimo inglese che sta per Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. I dati dell’Ipcc sono contenuti anche nel ‘Piano di adattamento ai cambiamenti’ elaborato per la prima volta in Sardegna sul Comune di Sorradile, da Rete Gaia, società di consulenza amministrata da Andrea Vallebona. Nel documento programmatico si fa riferimento ai “modelli climatici globali” che “mostrano per l’anno 2100 un aumento delle temperature medie di circa 1,5-3 gradi centigradi”.

Sulla terra, e anche nel mare, la temperatura media aumenta perché più crescono le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica, meno i raggi solari riescono ad essere riflessi dalla terra nello spazio, determinando quello che viene chiamato effetto serra.

Le conseguenze di questo circolo vizioso si traducono anche in altri due fenomeni: da un lato aumentano i cosiddetti summer days, ovvero i giorni di caldo torrido; dall’altro si registra una crescita delle piogge invernali accompagnata da “significativo aumento – è scritto – dei fenomeni estremi“. Cioè nubifragi e alluvioni che fanno registrare un’enorme concentrazione di pioggia in poche ore, come accaduto anche  a metà ottobre nel Sud Sardegna e nuovamente nei giorni scorsi. In buona sostanza, in seguito al cambiamento climatico piove troppo quando non dovrebbe, ovvero in inverno, e sempre meno in estate, seppure ce ne sarebbe bisogno.