Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I migranti: decisione insensata

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2018

I richiedenti asilo pronti a cercare un altro posto

 

Paul Owie, 36 anni, è arrivato in Sardegna nel 2016. Dalla sua Nigeria ha raggiunto la Libia, poi il viaggio della speranza, l'approdo nelle coste italiane e il trasferimento nel Cagliaritano. In mano ha il suo telefono cellulare. Mostra le foto delle sue bimbe, rimaste in Africa: «Il sindaco spegne il wi-fi? Non è una buona idea. In tutto il mondo si sta puntando alla concessione della rete gratuita, qui si torna indietro».
Owie ha un permesso di soggiorno per motivi umanitari, validità due anni. Gli scade tra qualche settimana. Ha già l'appuntamento per il rinnovo: «Siamo costretti a stare qui senza far nulla», ammette. «Senza permesso di soggiorno definitivo nessuno ci fa lavorare. E quando trovi qualcosa nascono i problemi legati al colore della nostra pelle. Io ho una specializzazione presa nel mio Paese per l'installazione di impianti idrici, ma qui praticamente non mi serve a nulla». Alto, forte e giovane ma con un passato che ha lasciato i segni: «Le torture subite in Libia non passeranno mai», spiega. La sua speranza? «Portare qui la mia famiglia. Anche se so che sarà molto molto complicato». E senza wi-fi comunicare con la Nigeria sarà più difficile: «Ci incontriamo in piazza del Carmine per trascorrere il tempo e comunicare, grazie alla rete, con i nostri cari. Dovremo cercare un altro posto», è l'amara considerazione.