Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Pd: pronti alle primarie Ma tutti aspettano Zedda

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2018

Un gruppo di amministratori locali sostiene il sindaco di Cagliari

 

 

In cima alla lista c'è un solo nome: Massimo Zedda. Il centrosinistra, con il Pd in prima linea, punta a ottenere dal sindaco di Cagliari il fatidico “sì” per la candidatura alla presidenza della Regione. Tanti gli indizi che portano all'unico nome concreto che circola da tempo. Seppure con un «potrebbe», non lo nega nemmeno il segretario regionale dei dem, Emanuele Cani. Ci sono questioni da chiarire e riguardano soprattutto il contesto in cui deve nascere la candidatura di Zedda. Per qualche ora è spuntata anche una pagina Facebook per Massimo Zedda presidente, oscurata dopo poche ore.
LO SCENARIO Allo stato attuale, il centrosinistra è un concetto molto sbiadito, in fase di costruzione tanto che ancora non ci sono alleanze con cui condividere nomi e tantomeno programmi. Il Pd in questo senso si porta avanti e ieri mattina ha annunciato l'avvio della fase programmatica in tutti i territori. La sintesi delle proposte sui grandi temi avverrà con un evento a fine ottobre. Intanto ci sono anche i sindaci a sostegno di Zedda: dall'Ogliastra e dal Nuorese arriva una richiesta diretta, così come dal movimento Italia in Comune guidato da Federico Pizzarotti.
IN CORSA Per una parte del Pd, Zedda è il candidato ideale, quello che potrebbe rimettere in corsa la coalizione, nettamente in svantaggio. Per questo motivo, pare che una delle condizioni poste dal sindaco di Cagliari sia innanzitutto capire quale sarà la forza d'urto. Giocare una partita per perdere non piace a nessuno, quindi al Pd e a Campo progressista (partito di Zedda) spetta il compito di tessitura con le altre forze politiche. Non per niente lo stesso Cani non parla più di centrosinistra, ma preferisce riferirsi a «una coalizione».
I SINDACI A breve ci sarà un documento ufficiale, ma è già in movimento un fronte di sindaci che chiede a Zedda di candidarsi. Una prima fuga in avanti arriva da un gruppo della provincia di Nuoro e dell'Ogliastra. A confortare è l'esperienza amministrativa di Zedda fatta di «buon governo di chi è stato giudicato bene perché ha fatto bene». I sindaci scrivono al collega di Cagliari: «Vogliamo un governatore scelto da noi e non nei palazzi romani».
Italia in Comune è il movimento nato da un'idea di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ex Movimento 5 Stelle. È attivo in Sardegna e punta sulla figura degli amministratori locali. Dopo le interlocuzioni con Zedda, Italia in Comune «lavorerà proprio affinché, a guidare la Regione in questa sfida cruciale, sia una figura che abbia già dimostrato di saper governare amministrazioni locali complesse e che quindi possa diventare il sindaco della Sardegna».
INCOGNITA Gli esponenti del Partito democratico sottolineano spesso che le primarie fanno parte del proprio Dna. È anche vero che se il nome di Zedda fosse l'unico in ballo, perché condiviso da tutti, allora la consultazione finirebbe nel cassetto. Un appello c'è, ed è quello del segretario del Partito dei sardi, Paolo Maninchedda, che ha lanciato le primarie nazionali sarde. Cani non nega l'interesse per «un grande momento di consultazione in Sardegna, anche perché le primarie non sono di un partito, ma di una coalizione». Il presidente di Campo progressista, Luciano Uras, addirittura le pone come «unica modalità di scegliere, attraverso la partecipazione popolare, il prossimo candidato a presidente della Regione». I partiti, però, devono superare il blocco culturale che impedisce di definire la Sardegna una nazione, unica pregiudiziale imposta dall'assemblea di Abbasanta. Non a caso Uras dice: «Per noi le primarie sono del popolo sardo».
IL PROGRAMMA Nove grandi temi, da discutere nei circoli territoriali, poi provinciali e infine in una grande iniziativa che si terrà a fine ottobre. Il Partito democratico ha avviato la conferenza programmatica, con l'obiettivo di «fare un grande lavoro di ascolto», spiega Cani. Il programma sarà la dote da portare «prima di costruire le alleanze», sottolinea Franco Sabatini, «rafforzando autonomia e specialità». Laura Pisano è convinta dell'effetto positivo «dell'ascolto e del percorso partecipato», mentre Cesare Moriconi dice: «Non è un evento secco, una sala piena, ma un mese di confronto perché i programmi non si fanno in un convegno».
Matteo Sau