Rassegna Stampa

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Futuro incerto per il porto canale di Cagliari. La Confapi chiede un incontro alla Regione

Fonte: web Vistanet Cagliari
24 settembre 2018


Futuro incerto per il porto canale di Cagliari. La Confapi chiede un incontro alla Regione
Porto Canale
"Siamo strategici - ha dichiarato il presidente della Confapi Mirko Murgia- e dobbiamo saperne approfittare, servono investimenti e tecnologie che ci mettano al passo con i tempi".

 
Porto canale di Cagliari, quale futuro? I dati pubblicati nei giorni scorsi sul traffico merci degli ultimi tre anni nello scalo commerciale cagliaritano non sono incoraggianti. A raccogliere e rilanciare le preoccupazioni sul destino delle imprese che operano nello scalo c’è la Confapi, associazione di categoria che ha chiesto un incontro alla Regione per conoscere le intenzioni e le azioni che l’assessorato dei Trasporti intende mettere in atto per fermare questa emorragia.

«È arrivato il momento di sbloccare una situazione che sta degenerando da tempo e di dare prospettive concrete alle imprese e ai lavoratori del porto canale di Cagliari» ha dichiarato in una nota il presidente di Confapi Sardegna, Mirko Murgia alla vigilia dell’incontro con la Regione. La Confapi vuole capire quale sia il futuro di un’infrastruttura fondamentale e strategica per lo sviluppo del territorio, sinergico con i Comuni della Città metropolitana, e dell’intera regione.

Domani mattina la delegazione di Confapi Sardegna, con le sue imprese associate che lavorano all’interno dello scalo cagliaritano, incontreranno infatti l’assessore regionale dei Trasporti Carlo Careddu. Secondo i dati diffusi da Eurokai, la società tedesca di Contship e di Cict, gestori del porto, in soli tre anni il traffico merci nello scalo cagliaritano si è ridotto del 72%. Secondo un dossier della Uiltrasporti, che insieme agli altri sindacati sta sollecitando interventi urgenti per salvare gli oltre duecento lavoratori del porto, nel 2015 il porto canale del capoluogo sardo ha movimentato 686mila teu, nel 2017 si è registrata una flessione a 420mila e le previsioni per l’anno in corso si attestano a soli 190mila: -55% in un anno.

«Parleremo con l’assessore Careddu per capire quale futuro ci sarà non solo per i lavoratori e per le 25 imprese sarde che operano all’interno dello scalo, non si può lasciar colare a picco un’infrastruttura così importante per i traffici merci del Mediterraneo e delle autostrade del mare che collegano l’Oriente, siamo strategici – anche più di Gioia Tauro – e dobbiamo saperne approfittare, servono investimenti e tecnologie che ci mettano al passo con i tempi» ha concluso Murgia.