Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Bastione è una ricchezza che merita più attenzione»

Fonte: L'Unione Sarda
11 settembre 2018

POLITICA. La città vista da Maurizio Chessa, assessore ai Lavori pubblici

 

 

«Ho trovato la città più bella. L'assessorato ai Lavori pubblici è una delle eccellenze di questa amministrazione, nonostante la carenza di personale». Maurizio Chessa, gastroenterologo di professione, è stato presidente della commissione Lavori pubblici per il Pd durante i primi cinque anni di Giunta Zedda e ora il sindaco gli ha affidato l'assessorato passato nelle mani di Gianni Chessa e Luisa Anna Marras.
In che condizioni ha trovato il suo settore?
«Ho trovato un filo conduttore rispetto a come lo ho conosciuto da presidente di commissione. Non voglio sminuire il ruolo degli altri assessorati, ma questa è una delle eccellenze».
Ha trovato tutto uguale?
«La carenza di personale è un grave problema, anche se all'orrizzonte c'è l'arrivo di rinforzi. Ho visitato stanze con tre scrivanie vuote, in pochissimi mesi sono andate in pensione sette dipendenti».
Gli uffici sono in affanno?
«Faccio un esempio, il settore Erp: c'è solo l'ingegnere, non ha neanche un geometra e deve fare tutto lei, sono situazioni difficili. Da poco è stato attribuito agli uffici anche il dovere della fatturazione, forse è giusto perché l'ufficio che commissiona i lavori è il più indicato nella fatturazione, ma il dirigente mi ha detto: se facciamo le fatturazioni, non facciamo le altre cose».
Dei lavori recenti, quale le piace di più?
«Non ho dubbi: piazza Garibaldi. È bellissimo vedere una piazza grandissima dove riescono a convivere tantissimi tavolini, gli anziani che possono stare tranquilli e la zona dove giocano i bambini. La restituzione di questi spazi alla città è importante anche dal punto di vista sociale, quando i bambini giocano insieme a pallone non si chiedono che lavoro fa il babbo e magari stringono relazioni che possono durare tutta la vita. Sta venendo a mancare il rimescolamento sociale».
Lo sviluppo della città è andato in un'altra direzione.
«Quando vedo le periferie dove sono state deportate alcune persone penso a qual era l'organizzazione che la città aveva trovato naturalmente. Penso a Castello dove nella stessa via abitava il signore nobile e il poveraccio, non che non esistessero le ingiustizie sociali ma questa deportazione di alcune categorie di persone significa creare delle piccole Strisce di Gaza .
Si cresce in modo diverso.
«I bambini che crescono in certe zone di Cagliari avranno sempre un millesimo delle possibilità di altri bambini, se non hanno spazio e non hanno servizi si divertono lanciando pietre alle finestre. È impossibile adesso tornare indietro, ma si deve rimettere in discussione quella visione e pensare che per il futuro un approccio differente sia un dovere».
Come si potrebbe invertire la rotta?
«Non si possono trasferire in blocco 18 mila abitanti di Sant'Elia, ma se io potessi decidere, direi ai costruttori: “Vuoi costruire? Sappi che parte degli oneri di edificazione me li devi pagare in appartamenti Erp”. Quando questo sarà un sistema diffuso ogni palazzo dovrà avere due appartamenti di edilizia residenziale pubblica».
Castello e isolamento: tanti problemi tra viabilità, ascensori fuori uso e imprenditori in fuga.
«Ci sono zone dove è più facile svilupparsi. Piazza Yenne dal punto di vista geografico è un punto di raccolta privilegiato, il primo tratto del Corso non è come il secondo e non li puoi rendere uguali. Castello è Castello, con valori enormi che dobbiamo sviluppare».
In che modo?
«Il Bastione è un contenitore che ha all'interno tutta la storia di Cagliari».
Cantieri a parte, è sempre stato vissuto come una terrazza.
«Dobbiamo iniziare a vederlo come un contenitore, all'interno ha le cannoniere della città-fortezza, ma sotto abbiamo anche reperti di epoca punico-romana e reperti di epoca medievale. Starà noi a ridare chance a Castello, differenziandolo, non possiamo rendere tutto uguale. Non è piazza Yenne, non è il Corso».
Qual è la sua vocazione?
«Quella turistica, abbiamo un'enorme materia prima da lavorare con una quantità di siti che - se valorizzati - potrebbero far diventare Cagliari una delle perle del Mediterraneo. E già lo è, sia chiaro».
Per raggiungerlo potrebbero essere utili gli ascensori...
«Verranno sostituiti, ma non mi sbilancio coi tempi. Tutti li vorremmo brevissimi, ma se uno si mettesse a elencare tutte le procedure amminstrative e i passaggi assurdi che ci sono... sembrerebbe una presa in giro».
Le mura cadono a pezzi e aumentano le transenne.
«Castello era una fortezza dello Stato, dopo il 1870 il Comune ne ha abbattuto una parte e costruito il Bastione. Il resto delle mura sono demaniali e in parte private. Se cadono calcinacci transenniamo per limitare i danni, ma la competenza è dello Stato».
Marcello Zasso