Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scuola, ok al pranzo da casa

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2018

Consumare in classe i pasti preparati dai genitori sarà possibile solo a certe condizioni

 

Per i giudici è un diritto ma l'assessore Marcialis fissa i paletti

 


Vietato vietare. Il Consiglio di Stato fa chiarezza sulla cosiddetta “guerra del panino da casa”, stabilendo una volta per tutte che non si possono obbligare i bambini a mangiare solo ciò che propone la mensa della scuola. Bocciando l'ordinanza del Comune di Benevento - che aveva appunto impedito il consumo in aula di pasti preparati dai genitori - i giudici hanno dunque sancito un diritto che d'ora in avanti varrà ovunque, anche a Cagliari, dove comunque un divieto formale in questo senso non c'è mai stato.
LE LINEE GUIDA DEL COMUNE Yuri Marcialis, assessore alla pubblica Istruzione, mette però subito i puntini sulle “i”. «Certamente è un diritto - sono le sue parole - che vale però quanto quello degli altri bambini. Va dunque disciplinato». Il tema è caldissimo da anni, tanto che proprio nei giorni scorsi il Comune ha incontrato tutti i dirigenti delle scuole medie, elementari e materne, stilando con l'Assl delle linee guida a cui gli istituti, attraverso i loro consigli, dovranno adeguare i regolamenti. «I dirigenti si sono detti tutti d'accordo - prosegue l'assessore -, ora toccherà a loro recepire queste regole che sono in linea con la filosofia della mensa verde, cioè prodotti locali e di stagione, che abbiamo adottato da anni».
LE REGOLE Ma quali sono i punti fondamentali del vademecum? Intanto chi porta il pranzo da casa dovrà attenersi a ciò che è previsto nel menu della mensa, se cioè quel giorno c'è pasta al sugo e cotoletta il bambino potrà portare solo pasta al sugo e cotoletta e non altre pietanze. «Non è solo questione di uniformità, ma anche di tutela della salute degli altri alunni - dice Marcialis -. Un esempio reale: c'è una bimba che è allergica al pesce, già l'odore la fa stare male, per cui non frequenta la mensa il giorno in cui è previsto pesce. Se da casa qualcuno porta il pesce anche quando nel menu c'è carne questa bimba non potrà frequentare la mensa neanche quel giorno».
SPAZI SEPARATI L'altro aspetto fondamentale riguarda la separazione dei locali in cui si svolge il servizio di mensa pubblica da quelli in cui i bimbi consumano il pranzo domestico. «Nello spazio fisico gestito dalla ditta appaltatrice non possono entrare altri pasti - conferma Marcialis -, noi non mandiamo via nessuno ma quelli portati da casa dovranno essere consumati in un spazio separato. Questo principalmente per tutelare la salute degli altri bambini, perché sappiamo quanto sia facile che si scambino il cibo e in caso di allergie alimentari questa cosa può essere pericolosissima». C'è poi il problema della conservazione. «L'Assl sconsiglia l'utilizzo di portavivande e non si può obbligare la scuola ad avere dei frigoriferi dedicati, i genitori che fanno questa scelta devono essere consapevoli dei rischi e assumersene le responsabilità».
LE SCUOLE Tra le scuole più virtuose c'è quella di via Stoccolma a Genneruxi, che già da due anni ha adottato un regolamento. «Abbiamo codificato delle regole condivise - conferma la dirigente Marcella Vacca - tenendo conto di tutte le esigenze sia d'igiene che di sicurezza. Nel regolamento è previsto che il pasto portato da casa debba essere identico a quello della mensa ma sono contemplati anche i bisogni particolari di chi segue un certo regime alimentare per ragioni religiose o di salute, così come l'introduzione di qualunque cibo in istituto al di là del pranzo domestico». L'esempio classico è la torta di compleanno che deve avere l'etichetta con provenienza ed elenco degli ingredienti. Si salva solo la merenda, per la quale non sono previste regole particolari.
DOMANDE CHIUSE L'assessore Marcialis avverte: «Le domande per la mensa sono chiuse, accetteremo quelle in ritardo ma non prenderemo più in considerazione richieste di poter consumare il pasto domestico perché non c'è più tempo per organizzare spazi e servizi di pulizia. Distribuiamo 7.000 pasti al giorno, non è pensabile rivedere tutto a pochi giorni dal via alle lezioni».
Massimo Ledda