Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuova vita per la Scuola popolare

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2018

IS MIRRIONIS. Serve il dialogo tra Palazzo Bacaredda, Regione e agenzia per l'edilizia abitativa

 

 

Area ha approvato il progetto, i soldi ci sono, il Comune nicchia 

 

“Il rudere della storica Scuola popolare di Is Mirrionis, dove hanno conquistato la licenza media 250 alunni fuori orario, aspetta un segnale dagli anni Novanta”. Iniziava così un commento del nostro collega Giorgio Pisano scritto sull'Unione Sarda del 7 settembre 2015. Un incipit quanto mai attuale perché niente è cambiato in questi tre anni. Quell'edificio di proprietà di Area era e continua ad essere un rudere. L'ennesimo, in un quartiere che avrebbe necessità di maggiore attenzioni, dove i centri di aggregazione e le sedi dei partiti chiudono per essere trasferiti nei salotti buoni, e i vuoti urbani si moltiplicano. Per l'ex Scuola popolare, ora murata e con il tetto demolito per evitare occupazioni abusive di disperati, presto si potrebbe materializzare un nuovo futuro. Il progetto c'è, i soldi potrebbero arrivare in tempi stretti, ma è necessaria tanta buona volontà tra Regione, Area e Comune che devono sedersi e trovare un'intesa. Sembra facile e scontato, ma non lo è.
LOTTA DI QUARTIERE La piazza di fronte alla ex scuola si chiama via Is Mirrionis segue numerazione in attesa che la commissione toponomastica comunale dia il nulla osta per un nome che le dia dignità: piazza della “Scuola popolare dei lavoratori”. In quest'angolo di Is Mirrionis l'atmosfera è diversa dal caos e dalla frenesia della casba che gravita accanto al vicino ospedale. Le case a un piano e i palazzi a farfalla , progettati nel 1953 dall'architetto Maurizio Sacripanti per conto dell'Ina Casa, si fondono alla perfezione unendo atmosfere urbane e rurali. Bellas mariposas, il film del 2012 scritto e diretto da Salvatore Mereu, tratto dall'omonimo racconto di Sergio Atzeni, è ambientato in questo scenario. Licio Atzeni, il padre di Sergio, viveva in una di quella case a un piano.
In un quartiere sino a metà secolo scorso completamente abbandonato a se stesso, nel 1953 nasce l'asilo comunale. Oltre 260 metri quadri dove sono cresciuti tutti i bimbi di Is Mirrionis e San Michele. Anche Emanuela Loi, la poliziotta morta nella strage di via D'Amelio in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino, è cresciuta tra quelle mura che avrebbero bisogno di più dignità. La scuola materna funzionò sino agli anni '60, poi la trasformazione in circolo culturale, biblioteca e casa di associazioni. Nel 1971, dopo un anno nella parrocchia di via Monsignor Piovella, dove furono cacciati perché «troppo comunisti», un gruppo di universitari e laureati, seguendo la linea tracciata da don Milani chiesero e ottennero, autogestiti e autofinanziati, la concessione dell'edificio. In cinque anni - tanto durò l'iniziativa - «250 alunni fuori orario» (come li aveva descritti Giorgio Pisano), conquistarono un pezzo di carta e solide basi culturali. Poi, nell'estate del 1991, un blitz di disperati, qualcuno dice su commissione, occupò la scuola popolare. I legittimi concessionari, per evitare lo scontro fisico e non alimentare la guerra tra poveri non fecero alcuna azione e si ritirarono in disparte. La scuola per alcuni anni si trasformò in centrale dello spaccio e della prostituzione. Poi l'accordo con lo Iacp, lo sgombero, le finestre murate e il tetto distrutto».
IL RACCONTO «La Scuola popolare era uno spazio aperto, libero, a disposizione di associazioni e gruppi teatrali», ricordano con nostalgia Terenzio Calledda, Giorgio Seguro e Franco Meloni, componenti del Comitato della Scuola popolare. «Qui è nato il primo gruppo di acquisto solidale d'Italia. Eravamo davvero il centro culturale del rione, abbiamo anche ospitato il mercatino dei libri usati del liceo Pacinotti e ci siamo messi a disposizione di genitori e alunni: più di 16.000.
IL FUTURO La Scuola popolare potrebbe rinascere. «Rivendichiamo quello spazio culturale per ricreare il senso di comunità. Abbiamo fatto una manifestazione d'interesse ad Area per il recupero del rudere», affermano i componenti del comitato. «L'azienda regionale per l'edilizia abitativa si è dimostrata disponibile, annunciandoci che sono anche disponibili i finanziamenti». Dov'è il problema? «Stiamo aspettando una risposta dal Comune, ma sino a oggi al Palazzo Bacaredda non si muove una foglia».
IL FINANZIAMENTO Gian Valerio Sanna, ex assessore all'Urbanistica della Giunta Soru, è il funzionario di Area incaricato della pratica. «Abbiamo approvato il progetto per la Scuola popolare e firmato la domanda per ottenere un finanziamento da una fondazione pugliese. Is Mirrionis ha necessità di un centro sociale, sul modello della Mediateca di via Mameli. È fondamentale - aggiunge Sanna - che il Comune investa anche su questo progetto, gratis, e si confronti con noi e la Regione. Nel giro di un anno si potrebbe aprire il cantiere».
Andrea Artizzu