Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'incompiuta di piazza Garibaldi Nessuna riqualificazione per i bagni pubblici e per il vecchio salo

Fonte: L'Unione Sarda
3 settembre 2018

Un barbiere aveva avviato i lavori di restauro, subito bloccati. E adesso è tutto abbandonato

L'incompiuta di piazza Garibaldi Nessuna riqualificazione per i bagni pubblici e per il vecchio salone 

La nuova piazza Garibaldi è stata inaugurata prima di Natale. Grandi spazi, verde curato, un piccolo angolo con giochi per bambini e poi sono arrivati anche i tavolini all'aperto. Da subito i cagliaritani si sono ripresi quello spazio - dopo anni di decadenza e recinzioni - ma nel cuore della piazza stona la grande incompiuta: i pannelli bianchi che nascondono le scalette che portavano ai bagni pubblici, chiusi e abbandonati da decine di anni. In passato, sotto la terrazza della scuola Riva, c'erano locali che ospitavano servizi igienici e docce pubbliche da una parte e una barberia dall'altra. Ora è tutto abbandonato, ma c'è chi ha provato a far tornare indietro l'orologio.
RITORNO AL PASSATO «Volevamo riaprire i bagni pubblici e la barberia, ma poi tutto si è fermato col Comune che non ci ha più fatto sapere nulla». L'idea avuta vent'anni fa dal parrucchiere Tony Incani, fondatore di Doctors For Hair, non era rimasta sulla carta, in quel progetto credeva e lo aveva portato avanti. «Alcuni amici avevano un chiosco nella piazza e per poter fare la mescita avevano bisogno dei servizi - racconta dal suo salone di via Scano - dal Comune gli avevano proposto di riattivare i vecchi bagni pubblici e appena avevano scoperto che c'era la vecchia barberia mi avevano subito contattato». Dopo i sopralluoghi, la questione è stata presa sul serio. «Mi sono innamorato di quel posto e avevamo deciso di prendere tutto il pacchetto. L'idea era quella di riproporre il clima di una volta, infatti ho una sedia dei primi del Novecento, mobili e attrezzi dell'epoca». Con tutte le autorizzazioni del Comune erano partiti i lavori. «Avevamo fatto impianti e sottoservizi con lo spazio per le docce, prevedendo un servizio con asciugamani sigillati e tutti i comfort - ricorda Incani - mentre dall'altra parte stavamo sistemando il salone da barbiere, riducendo l'area per fare spazio a un apposito bagno, imposto dalle nuove normative».
LO STOP AL PROGETTO Quando tutto stava filando liscio, si era scoperto che c'erano problemi con l'acqua e che probabilmente le radici che avevano messo a soqquadro la pavimentazione della piazza avevano messo fuori uso anche le tubazioni. «Dal Comune ci avevano detto che non potevano intervenire e avremmo potuto farlo noi, ma a nostre spese - precisa Incani - a quel punto si è arenata tutta la questione e siamo rimasti fermi così. Quando negli anni scorsi abbiamo ricordato dei nostri lavori fatti ci è stato risposto che ci avrebbero fatto sapere. Alla fine ci siamo rivolti a un legale perché i nostri soldi sono stati spesi invano, tutto è abbandonato e non esistono bagni pubblici».
VECCHI RICORDI Tra risate e discussioni sulla formazione del Cagliari, un gruppo di residenti storici ieri mattina si stava godendo l'ombra. «Ricordo benissimo la vecchia piazza Garibaldi: c'erano le due edicole, signor Garuffi che ci vendeva le paste, il banchetto della cartolibreria e quello di giocattoli - ricorda Giancarlo Meloni - da bambini, quando dovevamo andare in bagno, c'erano quei grandi locali lì sotto col barbiere. Sarebbe bello poterli rivedere, il barbiere per i ricordi e i bagni pubblici perché sono fondamentali in una zona così frequentata».
L'ASSENZA DEI SERVIZI Sa bene che significhi questa carenza il vicepresidente dell'associazione “Piazza Garibaldi e dintorni”. «Chi ha bisogno di andare in bagno è obbligato a venire nei bar, ma qua davanti ormai passano migliaia di persone e non tutti sono educati e civili - spiega Massimo Molinari dal bancone del suo Nuovo Café Garibaldi - spiace troppo vedere nel cuore della piazza quell'incompiuta che rovina i lavori fatti e nega un servizio fondamentale per i tanti cagliaritani e turisti che passano da qui».
Marcello Zasso