Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando l'inciviltà va in alto mare

Fonte: L'Unione Sarda
27 agosto 2018

Ancora tanti diportisti non rispettano le regole: imbarcazioni in zone interdette e oltre le boe

 

C'è chi scarica liquami: i bagnanti si lamentano per il cattivo odore 

 

 

 

 

«Capita, ogni tanto, che i clienti si lamentino per la puzza che viene dal mare». Marco Grosso, esperto bagnino dello stabilimento della cooperativa Golfo degli Angeli alla Prima fermata, conosce perfettamente la ragione. «Ci sono incivili», racconta, «che scaricano in mare, a ridosso della spiaggia, il liquame della sentina della loro imbarcazione». E, a seconda del vento e delle correnti marine, a pagare le conseguenze sono i bagnanti. «Quest'estate è capitato, in un'occasione, che sulla battigia non sia arrivato soltanto l'odore ma anche tutto quello che è stato scaricato in mare».
LE BRAVATE Solo uno degli esempi della maleducazione di tanti diportisti. «Anche se», interviene Ugo Pilato, storico bagnino del Lido, «la situazione rispetto al passato è migliorata. Negli anni '90 avevamo anche il gommone e ci capitava di dover inseguire le moto d'acqua che non rispettavano i limiti imposti dalle boe di segnalazione». Non a caso in quegli anni si verificarono anche alcuni gravi incidenti. Ora questo problema sembra non esserci più. «Quest'estate c'è stato solo il caso di un incosciente che, con il suo gommone, è entrato a grande velocità nella corsia di accesso. Non abbiamo fatto in tempo a beccarlo perché è fuggito via quasi subito».
LE REGOLE Le norme sono ferree: i natanti devono rispettare i limiti segnalati dalle boe (normalmente posti a duecento metri dalla riva), hanno l'obbligo di raggiungere la battigia attraverso le corse dedicate e, a seconda dei mezzi, devono avere anche le autorizzazioni a guidarli. Regole imprescindibili, inderogabili. Che, però, talvolta vengono violate. «In linea di massima», aggiunge Fabrizio Perseu, bagnino del D'Aquila, «chi si avvicina a questo stabilimento lo fa regolarmente. In realtà ho molti più problemi con i genitori che dimenticano di controllare i propri figli. Spesso siamo costretti a lasciare le nostre postazioni per cercare questi bambini».
I DIVIETI È vero che i cagliaritani sono abituati sin da piccoli a familiarizzare con il mare ma è altrettanto vero che questo li porta a sottovalutare i pericoli. E, a quel punto, devono intervenire le forze dell'ordine a rimettere ordine. Oltre trent'anni fa, un costone della Sella del Diavolo cadde provocando la morte di un pescatore. Da allora tutta la zona, comprese le meravigliose insenature di cala Fighera, furono interdette. Eppure il divieto sembra essere preso, frequentemente, solo come un consiglio: barche, gommoni, surf, canoe spesso approdano in quelle calette. «Negli anni scorsi», spiegano dalla Polizia locale, «la squadra nautica ha sanzionato le persone che, in primo luogo, mettono a rischio la loro incolumità».
I CONTROLLI Quest'anno gli agenti in pantaloncini si occupano esclusivamente di quello che accade in spiaggia. «E, comunque», riprendono dal comando della Polizia municipale, «bisogna dire che i cagliaritani, sia i bagnanti che chi lavora in spiaggia, stanno diventando sempre più corretti». Il compito di vigilare sul mare è demandato alla Guardia costiera. Nel fine settimana i militari si occupano esclusivamente delle emergenze, gli uffici amministrativi restano chiusi. «Impossibile», rispondono dal centralino di via dei Calafati, «sapere, in questo momento, quanti diportisti sono stati sanzionati nel corso di quest'estate. Ma un fatto è certo: anche nel 2018 sono state rilevate una serie di infrazioni».
LE IRREGOLARITÀ Sono sempre le stesse: c'è chi si avvicina troppo alla Sella del Diavolo, chi non rispetta i limiti segnalati dalle boe, chi ripulisce la sentina in mare, chi pilota un'imbarcazione senza patente (o con la patente scaduta). «Ci sono persone», concludono dalla Guardia costiera, «che ancora non sanno che la patente nautica è obbligatoria anche per le moto d'acqua».
Marcello Cocco