Deiana (Anci): servono tempo e risorse. Balzarini: stiamo creando la mappa dei rischi
Ponti, è polemica sui controlli Il ministero vuole il monitoraggio urgente delle infrastrutture
Purtroppo soltanto dopo le tragedie scatta l'allarme sicurezza, e allora tutto si deve fare con la massima urgenza. Quattro giorni dopo il crollo del ponte di Genova, il governo ha inviato a Regioni, Province e Comuni una lettera che invita a mandare entro la fine del mese al ministero «un monitoraggio completo - con perizie tecniche e verbali di sopralluogo - dello stato di conservazione e manutenzione delle opere infrastrutturali, viarie e non». Il presidente dell'Anci Sardegna Emiliano Deiana ha scritto una cortese risposta, dicendo che per procedere servono tempi e risorse adeguati, e chiedendo una proroga.
LA REPLICA «Certamente l'idea è meritoria», sottolinea Deiana su Facebook, «ma in 10 giorni non si può fare un lavoro serio e non lo si può fare senza risorse economiche per gli studi, le relazioni, le perizie». Aggiunge: «I comuni sardi vogliono fare le cose per bene, ma servono tempi congrui e risorse adeguate. Non vorremmo - ma sono certo non sia così - che si giochi allo scaricabarile: “se entro il 30 agosto non ci mandate nulla e succede qualcosa poi sono affari dei sindaci”. Siccome stiamo giocando una partita troppo importante i sindaci vorrebbero evitare questo giochetto. La collaborazione istituzionale e la lealtà fra le articolazioni dello Stato sarebbe un omaggio decente che renderemmo alle vittime e ai familiari della tragedia di Genova in luogo di provvedimenti-annuncio e di provvedimenti dal vago sentore propagandistico».
LE RISORSE È anche l'occasione per ricordare altre ferite aperte. «Si inizi ad allentare la tenaglia sugli accantonamenti», prosegue Deiana. «Vengano ripristinati i finanziamenti, ante 2008, alle Province sarde e si ripristini l'agibilità democratica con l'elezione diretta degli organismi politici». Poi: «Vengano ripristinati i 300 milioni all'anno che sono stati scippati ai Comuni sardi dallo Stato dal 2008 al 2014. E venga rivista la normativa sul pareggio di bilancio nell'ottica di una liberalizzazione degli avanzi di amministrazione giacenti nei bilanci dei Comuni, che potrebbero dare slancio all'occupazione, allo sviluppo e alla sicurezza delle infrastrutture».
LA REGIONE «I sindaci hanno fatto bene a chiedere una proroga», sottolinea l'assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, «in dieci giorni è impossibile fornire la documentazione richiesta. In Sardegna attualmente non c'è una mappa del rischio conosciuto», ammette, «ma la Regione si è già mossa, perché un anno fa una serie di incidenti hanno acceso la spia. Così abbiamo avviato una ricognizione a tappeto, e chiesto a Province, Unioni dei Comuni e Comuni di segnalare le criticità e le priorità. Niente di complicato come vuole l'esecutivo nazionale, semplicemente la compilazione di schede tecniche prestampate. I gestori conoscono le situazioni caso per caso, così faremo il punto dell'intera Isola e indirizzeremo i finanziamenti dove servono. Entro settembre dovremmo avere le risposte, da ripartire ci sono altri 50 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione del Patto della Sardegna, da assegnare proprio agli interventi più urgenti. A differenza degli altri 50 milioni dati nel marzo 2017 ai Comuni per la messa in sicurezza delle strade, distribuiti però in base al numero dei chilometri e degli incidenti nelle strade del loro territorio».
LE CRITICITÀ Malgrado non esista una mappa ufficiale, i ponti a rischio sono noti. Quello di Oloè innanzitutto, sulla Oliena-Dorgali. Due sulla “131”, in corrispondenza di strade provinciali che portano a Ploaghe. Mesumundu, nel comune di Siligo; il Cheia, nel Nuorese; il viadotto di Santa Chiara, che collega il lago Omodeo, nel comune di Ula Tirso, e il viadotto sulla Nuoro-Mamoiada. Ancora: sotto osservazione ci sono i pilastri della “389”, la Nuoro-Lanusei, e il cavalcavia della cementeria di Siniscola, sulla 131 bis.
Cristina Cossu