Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I senzatetto sono quattrocento «Il Comune deve fare di più»

Fonte: L'Unione Sarda
22 agosto 2018

Presto disponibili oltre 700 mila euro all'anno per la prevenzione

I senzatetto sono quattrocento «Il Comune deve fare di più» 

Un centinaio di persone secondo il Comune, addirittura 400 per l'Istat. Sono quelli che dormono all'aperto a Cagliari. Numeri che danno l'idea del livello raggiunto dal fenomeno dei senzatetto nel capoluogo. Chi non ha un punto di riferimento per la notte utilizza come alloggio di fortuna panchine, portici, edifici abbandonati, androni delle chiese, ingressi dei palazzi. Un'emergenza che l'amministrazione cittadina fronteggia con strumenti forse insufficienti. «Certo, può fare di più», commenta la psicologa Anna Puddu, componente della Caritas San Saturnino e consigliera comunale dei “Progressisti sardi”. Quale presidente delle commissioni consiliari Lavori pubblici, Politiche della casa e Politiche sociali sa dove è necessario intervenire: «Servono politiche abitative e sanitarie integrate, deve essere curata maggiormente l'edilizia sociale. Ci sono problemi sanitari». E il Comune «deve coordinare gli interventi. Ora è una criticità».
La gran parte dei senzatetto è sarda, un'ascesa in termini percentuali (ma non solo) cominciata da quando gli sbarchi dei migranti si sono ridotti. Vive sotto i portici di via Roma, in piazza Repubblica, piazza Matteotti, in via Dante, in piazza Del Carmine, sotto il palazzo della ex Cariplo (prima del recente sgombero). Sono cagliaritani ma arrivano anche da altre parti dell'Isola perché il capoluogo «è un attrattore», spiega Rita Polo, presidente della commissione Politiche sociali. Questo provoca un cortocircuito burocratico che limita la possibilità (già complicata) di intervenire: se non si è residenti i Servizi sociali hanno difficoltà a trovare una soluzione.
È il caso di “Phablo”, un ragazzo di 24 anni arrivato nel capoluogo a maggio. Senza fissa dimora, dorme in un caseggiato all'insaputa dei titolari. «Mangio alla Caritas», spiega, «faccio il volontario ma gli assistenti sociali dicono di non potermi aiutare perché non sono di Cagliari. L'ultima volta, venerdì scorso, ho chiesto un posto in cui stare ma non ci sono centri di accoglienza per i senzatetto». Condizione nella quale si trovano decine di altre persone.
«Non dovrebbe accadere, la legge impone che se qualcuno ha un bisogno indifferibile e urgente si intervenga per poi bussare al Comune competente», affonda Anna Puddu, «serve un maggiore controllo. Due anni fa in Consiglio comunale è stata votata all'unanimità l'istituzione di una “residenza convenzionale fittizia” per dare a chi ha necessità il diritto di cittadinanza. Ancora nulla è cambiato». Del resto la casa della solidarietà di viale Sant'Ignazio, che accoglieva oltre 100 ospiti, è chiusa da mesi per una ristrutturazione che sarà lunga. «Abbiamo stanziato 500 mila euro per una prima messa in sicurezza ma non si può utilizzare solo quell'edificio», spiega Rita Polo, «dobbiamo senz'altro fare di più. E pensare alla fase dell'accoglienza». Cioè alle «politiche sociali integrate», aggiunge Puddu: «Abitative, sanitarie e della casa. Serve un censimento del fenomeno per prevenirlo. Si deve curare di più l'edilizia sociale, c'è bisogno di nuovi alloggi da dare a chi ne ha diritto».
Di recente il Comune ha pubblicato un bando per creare una “Unità di strada”. Lo ha ottenuto la Croce rossa. «I volontari di notte controllano i bisogni essenziali delle persone e cercano di conoscerle meglio per ricostruirne la storia, verificarne il numero e le necessità, soprattutto sanitarie», sottolinea Polo. Il Municipio mette a disposizione 200 mila euro all'anno, ma con il Pon metro saranno disponibili altri 120 mila euro ogni 12 mesi e ulteriori 488 mila in 4 anni (il bando è in corso) saranno usati per rafforzare la rete dei servizi e il pronto intervento sociale. Infine la stima Istat che parla di 400 senzatetto ha spinto il Governo a individuare Cagliari come città ad “alta tensione abitativa”. Così la Regione con il “Pon inclusione” concederà al capoluogo 890 mila euro in tre anni per interventi di prevenzione e contrasto. «Vogliamo fare un passo in avanti e coordinare meglio il servizio sociale, l'assessore Roberto Marras sa che è una priorità», assicura Polo: «Servirà tempo, ma la nostra comunità reagisce sempre bene».
Andrea Manunza