Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I pescherecci a Sa Serrixedda

Fonte: L'Unione Sarda
10 agosto 2018

Soddisfatti gli operatori del settore che ora chiedono una navetta per i clienti

 

 

Concluso il trasferimento nella nuova darsena Sant'Efisio

 

 

 


Benedetta dall'arcivescovo Arrigo Miglio e intitolata a Sant'Efisio: premesse benaugurali per la nuova darsena per i pescherecci. Dopo anni di annunci e modifiche in corso d'opera, il trasloco può finalmente dirsi concluso.
PROVE DI ADATTAMENTO Dieci minuti dopo le nove nell'area di Sa Perdixedda ci sono solo otto pescherecci attraccati alle banchine nuove di zecca. Proprio lì, a due passi dal mercato ittico e all'ombra dei discussi silos condannati alla demolizione, si contano ottantacinque posti a disposizione degli armatori. Che per metà sembrano destinati a restare vuoti. «La professione ormai sta scomparendo, siamo al massimo una cinquantina», spiega Emanuele Rais. «Otto barche grosse, otto mezze barche da venti metri e una ventina di barchette». Dietro ci sono spesso famiglie intere, che hanno il mare nelle vene ed evidentemente detengono una sorta di monopolio del pescato. «Pescatore da una vita», dice con orgoglio. Per poi elencare alcune criticità della nuova sistemazione. «Il porto è bello, ma la zona è difficilmente raggiungibile, soprattutto per un turista. O si viene in macchina oppure dubito che qualcuno possa decidere di avventurarsi sino a qui a piedi», sottolinea guardandosi attorno. Il fratello annuisce e prosegue: «L'ideale sarebbe realizzare una passeggiata che parta da via Roma e permetta anche ai nostri clienti di arrivare qui. E magari mettere anche una navetta a disposizione di anziani e di chiunque voglia raggiungere la nostra nuova casa». Marcello Putzu rilancia: «Servirebbe un servizio di guardiania e un ombreggio, insomma ci sono tante migliorie ancora da fare. Partiamo da una buona base ma attendiamo tutto il resto».
I LUPI DI MARE Mino Minio ha settantadue anni ed è originario di Agrigento. «Qui è bellissimo, finalmente uno spazio attrezzato che mette fine ai continui spostamenti da un molo all'altro», commenta senza distogliere gli occhi dalla rete che è intento a riparare. «È pulito e comodo. Anche avere il mercato a due passi è un grande vantaggio», osserva senza dilungarsi. Conversazione rapida, perché il dovere chiama: «Tra poco dobbiamo riuscire per mare, torneremo verso le quattro di domattina». Giusto il tempo di portar giù il pesce e via di nuovo al largo. «Una vita dura, con ritmi pesanti», ammette. «Ma alla fine ci si abitua a tutto. Tranne ai dolori alle ossa, quelli sì che si fanno sentire». Poco più avanti c'è Slim, arrivato dalla Tunisia negli anni Ottanta. Ora di anni ne ha 53, ha casa a Capoterra e vita sulla barca. «Pesco da quando sono arrivato in Sardegna», racconta. Occhi color ghiaccio e pelle bruciata da sole e salsedine, personalmente sembra gradire la nuova postazione. «Assolutamente soddisfatto, l'unica preoccupazione è per il fondale, qualcuno sostiene sia troppo basso», spiega. «Per il resto è tutto perfetto. Era ora che concludessero i lavori».
PESCI A CHILOMETRI ZERO Ottomila metri quadri circa, quattro specchi d'acqua - tre interni e uno esterno -, tre pontili e una banchina di riva: il tutto per la modica cifra di nove milioni di euro circa. Un gioiellino incastrato tra viale La Playa e il mare, di cui si parlava già dal 2010 e che di certo ha bisogno ancora di qualche ritocco. Perché allo stato attuale mancano diverse cose: da un banalissimo cartello che ne indichi l'esistenza, agli spazi attrezzati dove i pescatori possano procedere agevolmente con la vendita dei loro prodotti. Basta un semplice colpo d'occhio per notare che nella zona di Sa Perdixedda - interessata da lodevoli operazioni di bonifica qualche anno fa e dalla demolizione di alcuni fabbricati fatiscenti - ci sia bisogno anche di altro. Ma i pescatori aspettano fiduciosi. D'altronde la pazienza fa parte del mestiere.
Sara Marci