Tra i dem c'è chi guarda a Maninchedda
Il Partito democratico deve uscire dall'isolamento. È questa la prova più impegnativa per Emanuele Cani nella nuova esperienza alla guida dei dem isolani. Al momento non esiste una proiezione del centrosinistra verso le prossime regionali, c'è una maggioranza in Consiglio regionale che cerca di finire la legislatura in maniera indolore, ma il futuro è ancora tutto da scrivere.
L'INCONTRO Ieri mattina il neo segretario del Pd ha incontrato i consiglieri regionali dem, assieme al presidente Pigliaru.
Un incontro con il braccio operativo che in questo ultimo anno di legislatura dovrà continuare a seminare per arrivare alla campagna elettorale con un curriculum da presentare agli elettori sardi. «Il gruppo consiliare ha un ruolo centrale nell'attività del partito», spiega Emanuele Cani, «abbiamo deciso di lavorare insieme e mantenere il rapporto costante e forte in una fase molto delicata».
L'IPOTESI La girandola della candidature è attiva. Il nome di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, circola da tempo come una soluzione quasi naturale per la guida del centrosinistra. Il problema, però, che in questo momento non esiste una coalizione e soprattutto partiti con una massa di voti tale da consentire a Zedda di giocarsela alla pari con le altre forze in campo.
IL CANTIERE Il Partito democratico dopo il risultato delle politiche e la lunga agonia della segreteria di Giuseppe Luigi Cucca, non è più un progetto appetibile per gli alleati, anzi. Questo è un problema con cui la nuova segreteria deve convivere. E soprattutto cercare di risolverlo. I partiti alleati non sono stimolati a firmare una cambiale in bianco sulle future alleanze e, per ora, mantengono un atteggiamento prudente sugli accordi.
LA TERZA VIA Il tema Sardegna sarà un cavallo di battaglia della prossima campagna elettorale. Nei quattro anni di legislatura, il rapporto tra Stato e Regione è stato spesso al centro delle polemiche della politica sarda. In questo scenario è nato e si sta sviluppando il progetto di convergenza nazionale voluto dal Partito dei Sardi. Di fatto un'idea che elimina gli steccati delle coalizioni consolidate, per riunirsi attorno al tema di una costituente sarda.
CONVERGENZA Un'idea che attira diverse forze politiche che mirano a un soggetto politico in grado di ribaltare i rapporti con lo Stato. Dentro il Partito democratico c'è chi guarda con interesse a questo progetto che trova adesioni anche nelle forze che storicamente hanno fatto parte del centrodestra.
Dunque, per dare gambe alla convergenza nazionale i partiti dovranno lasciare nel cassetto le coalizioni e “ingoiare” nuove alleanze. Una cosa è certa: la locomotiva della Convergenza nazionale sarà il Partito dei sardi che potrebbe lanciare Paolo Maninchedda, ex assessore della Giunta Pigliaru (che ha lasciato poco più di un anno fa) nella corsa a Villa Devoto.
M. S.