Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Abusivi, estate difficile

Fonte: L'Unione Sarda
6 agosto 2018

POETTO. Nel mirino i venditori senza licenza e le massaggiatrici

 

 

Controlli serrati della Municipale sulla spiaggia 

 

 

 


Qualcuno si è rassegnato a mettersi in regola mentre altri hanno rinunciato e sono andati a vendere la loro merce altrove. Alla larga dal Poetto dove quella degli abusivi è stata finora un'estate difficile con controlli, sequestri e multe quotidiane. Gli agenti della Municipale ogni giorno pattugliano la spiaggia e tra ombrelloni e lettini verificano le autorizzazioni, caricano la merce contraffatta in auto e compilano verbali da 1.032 euro. Le sette ore di servizio riservano sempre delle sorprese e i vigili non sanno mai come andrà a finire. Ieri mattina, per esempio, il giro di pattuglia si è concluso prima del previsto perché una donna cinese si è rifiutata di mostrare un documento o anche solo di scrivere il suo nome su un pezzo di carta.
GIRO DI VITE La stretta all'abusivismo balneare piace a tutti. «È giusto che ci siano i controlli. Non dico che queste persone non debbano lavorare, ma credo sia normale che lo facciano solo con l'autorizzazione del Comune» dice Giovanni Cardia, 64enne di Monserrato, un attimo dopo essere stato distolto dal relax mattutino proprio da un ragazzo che vende bikini e costumi interi ormai a prezzi scontati.
IN SPIAGGIA Ieri mattina il turno sul litorale è toccato agli agenti Anna Addabbo e Nicola Mulas. Per chi è in regola gli accertamenti durano pochi minuti. Il tempo di mostrare le concessioni timbrate dal Comune, verificare che quel che viene venduto corrisponda a quello che è previsto dall'autorizzazione e via. Il banchetto dei costumi davanti alla prima fermata è regolare. Così come quello che si incontra due metri più in là. L'ambulante saluta, mostra i documenti, ringrazia e torna a promuovere trikini e pareo. Così come un giovane che porta sulle spalle più oggetti di quanti ne possa sopportare: un salvagente verde a forma di dinosauro, due materassini già gonfiati, un poggiatesta, una dozzina di palloni chiusi in una rete e altro ancora. Davanti agli agenti posa tutto sulla sabbia rovente e dallo zaino estrae orgoglioso i documenti protetti da una busta di plastica celeste. Tutto regolare. Il tempo di rimettere ogni oggetto in equilibrio e può ripartire. Una signora osserva l'ispezione dalla seggiolina e indica la ciambella di Spiderman che il nipotino ha appena lanciato sotto l'ombrellone. «Anche se è in regola io non mi fiderei a comprare queste cose in spiaggia. Devono essere oggetti sicuri e adatti ai bambini. E se poi quando è in acqua si sgonfia»? Non solo costumi e cuscini, in spiaggia è possibile trovare di tutto. Sabato scorso i vigili hanno portato via la borsa frigo di un ragazzo che vendeva acqua e bibite fresche. Lui si è dileguato. «A me non importa che vendano bibite in spiaggia, non è concorrenza, tanto chi vuole venire al bar viene comunque - spiega Giovanni Napolitano del chiosco Otium -. Il punto è che disturbano le persone mentre prendono il sole: insistono fino a quando non ottengono almeno qualche moneta e questo non è giusto. Quindi ben vengano i controlli».
LA SCONOSCIUTA Al primo stabilimento un turista tiene gli occhi chiusi mentre si gode il massaggio di una signora cinese. Quando gli agenti le chiedono di mostrare i documenti, lei assicura al cliente che tornerà in fretta. Non sarà così. Perché, nonostante l'insistenza dei poliziotti e gli innumerevoli tentativi per conoscere il suo nome, la donna continuerà a dire di non capire, non avere una carta d'identità, non sapere dove vive o quale autobus prenda per tornare a casa. Nulla. Irremovibile. E così, il giro di pattuglia deve essere dirottato al centro per l'immigrazione di viale Buoncammino.
Mariella Careddu