Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al bando la plastica in ufficio

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2018

INQUINAMENTO. Il ministro dell'Ambiente Costa lancia l'idea e il sindaco Zedda la fa sua

 

Sotto accusa le bottigliette d'acqua: si può bere dal rubinetto 

 

Da Bruxelles a Cagliari. La crociata del nuovo ministro dell'Ambiente Sergio Costa che vuole vietare le bottiglie di plastica nei luoghi pubblici, rimbalza dal Consiglio dell'Unione europea al capoluogo sardo. E se tutti si dicono d'accordo col principio - ridurre l'inquinamento - il problema sarà convincere gli impiegati e gli utenti degli uffici comunali e di ospedali, scuole e via elencando a usare soltanto l'acqua della rete. In Italia si è infatti abituati a pensare - sbagliando - che l'acqua che sgorga dal rubinetto sia di cattiva qualità: non a caso siamo i principali consumatori di minerale (192 litri a persona) e in ogni edificio pubblico, compresi quelli cagliaritani, ci sono distributori automatici che devono essere riforniti ogni giorno.
IL SINDACO «L'acqua pubblica di Cagliari non solo è buona ma è anche tra le migliori d'Italia - dice il sindaco Massimo Zedda -, quindi ben venga la proposta, nell'ottica della riduzione dell'inquinamento. Nonostante le quantità sempre maggiori destinate al riciclo, in ogni caso la plastica risulta tra i materiali più rovinosi per l'ambiente». Il problema è che in estate, quando si beve di più, l'acqua del rubinetto risulta quasi imbevibile. «Nei mesi più caldi dovremmo essere in grado di garantire acqua fresca - prosegue Zedda -, esistono diverse soluzioni che si potrebbero adottare e che valuteremo anche con la collaborazione di Abbanoa».
LA REGIONE In Regione sul punto si sono fatti già molti passi avanti. «Abbiamo da tempo provveduto all'installazione delle fontanelle in tutti gli uffici - conferma l'assessora all'Ambiente Donatella Spano -. Inoltre la Sardegna con il Green Public Procurement - gli acquisti verdi - è all'avanguardia come esempio di buone pratiche. È assolutamente necessario puntare su economia circolare ed educazione alla sostenibilità ambientale, e bisognerebbe agire anche sul fronte produttivo per ridurre i contenitori e gli imballaggi. Sono argomenti che porterò all'attenzione del Ministro cui ho già scritto tre settimane fa in qualità di coordinatore della commissione ambiente ed energia della Conferenza delle Regioni».
ABBANOA «Non solo l'acqua di Cagliari è di ottima qualità, ma è anche costantemente controllata», spiega l'amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti: «Da diversi anni gli studi effettuati evidenziano come l'acqua del nostro capoluogo sia la quinta più buona d'Italia. Sarebbe un peccato non berla e riempirci le case di bottiglie di plastica che sono una componente fondamentale dell'inquinamento dell'ambiente». A confermarlo una recente indagine di Altroconsumo.
L'INDAGINE «Ha riguardato 35 città includendo tutti i capoluoghi più altri centri popolosi - spiegano da Abbanoa -. Stando ai dati l'acqua di Cagliari risulta con bassissimo livello di durezza e residui fissi. Ottimo il giudizio anche sulla scarsa presenza di fluoruri, nitrati, solventi e trialometani, ma è altrettanto buono il punteggio per il livello di sodio. L'acqua inoltre è controllata quotidianamente in diversi punti di campionamento».
I POTABILIZZATORI Il merito, spiegano dal gestore unico, è soprattutto dell'efficienza dei potabilizzatori. «Nel resto d'Italia il 70% dell'acqua proviene da falde acquifere molto profonde come sorgenti o pozzi artesiani che hanno scarsa necessità di essere trattate. In Sardegna il dato si ferma al 15% mentre l'85 per cento della risorsa deriva dai laghi artificiali che forniscono acqua grezza di scarsissima qualità». Insomma, nella nostra Isola l'acqua potabile naturale è merce rarissima. «Per questo è fondamentale il ruolo dei potabilizzatori che sono vere e proprie fabbriche dell'acqua con un sistema industriale di produzione. Sono attivi 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno, tanto da rappresentare la più importante attività del Gestore unico del servizio idrico integrato isolano».
Massimo Ledda