Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Governo Conte, è girato il mio nome Regionali 2019? Non mi candiderò»

Fonte: L'Unione Sarda
15 giugno 2018

L'INTERVISTA.

Piergiorgio Massidda confida nella leadership del segretario sardista Christian Solinas

«Governo Conte, è girato il mio nome Regionali 2019? Non mi candiderò»

Tra i 45 viceministri e sottosegretari del Governo Conte non ci sono sardi, ma l'ex senatore Piergiorgio Massidda sarebbe stato a un passo dalla nomina. «Negli ambienti del Governo circola il mio nome ma come tecnico, non assimilabile a Lega nè ai e Cinque Stelle». Piergiorgio Massidda dopo cinque legislature in Parlamento con Forza Italia, nel 2014 è stato estromesso dalla guida dell'Autorità portuale, nel 2016 ha perso al primo turno contro Massimo Zedda e ora, mentre siede tra i banchi dell'opposizione nel Consiglio comunale, è appena stato sostituito dalla guida di Cagliari Free Zone. Il suo mandato cominciato nel 2012 era scaduto da tre anni. Dopo decenni di impegno politico, a 62 anni è sempre in prima linea.
Le hanno proposto un incarico da sottosegretario?
«Il mio nome circola».
La Sardegna è stata tagliata fuori dal giro di nomine.
«Ci sono ancora tanti altri incarichi da assegnare, sono a Roma perché ho degli incontri con persone che mi stimano e speriamo che ci sia spazio per personalità sarde in qualche ruolo di prestigio».
Da pochi giorni non guida più Cagliari Free Zone. Per anni si è battuto per la zona franca al Porto canale, il massimo risultato è stato uno stanziamento della Regione che è fermo in un cassetto. Perché?
«Non riesco a spiegarmelo. Come non ho mai digerito la questione dell'Autorità portuale».
La sua querelle con Massimo Deiana non avrà mai fine.
«Uscivamo insieme da ragazzi e ci frequentavamo ai tempi del Partito repubblicano. Diciamo che lo vedo come con un'ex moglie che ha tradito. È odio-amore, gli voglio bene e dico che non è colpa sua ma del sistema».
Non ha mai digerito quella sconfitta.
«Ho portato dal sedicesimo al secondo posto in Italia il nostro porto e mi hanno buttato fuori perché non avevo la laurea affine. Ma il più bravo d'Italia, a Bari, ha la terza media e dopo di me hanno messo un senatore del Pd a La Spezia che è geometra e un ragioniere ad Ancona, sempre del Pd».
Il problema non erano i titoli, secondo lei?
«Esattamente. Cagliari era un esempio per tutta l'Europa e oggi il Porto canale sta morendo: c'è qualcosa che non mi quadra».
Difficile pensare che un sardo non voglia il rilancio del porto e la zona franca.
«La concorrenza è tanta, ma mi ha fatto rabbia vedere che in Calabria sono andati sei milioni per il porto e a noi niente».
Non siamo in grado di attrarre investimenti?
«Chi ci ha sostituito alla Cagliari Free Zone arriva senza progetti, senza programmi. Il rischio è che diventi un carrozzone. Ma le colpe maggiori sui fondi sono di chi non ha una programmazione».
Parla di Massimo Zedda?
«Stanno arrivando soldi e li sta investendo senza creare qualcosa di produttivo, senza un'idea di città. Sta puntando sul turismo? Ma se le navi da crociera le ho portate io. Lui sta facendo piazze tutte uguali, togliendo parcheggi e svuotando la città. Da Parlamentare ero riuscito a far passare al Comune la Manifattura tabacchi, ora non so perché l'abbia di nuovo in mano la Regione».
Come vede le prossime Regionali?
«Il Psd'Az e la Lega sono in un'ottima posizione e possono decidere, sull'onda del contratto nazionale, di fare un fronte molto potente con i Cinque Stelle. Credo che il segretario Christian Solinas possa contribuire al rilancio del centrodestra».
Il leader sardista era tra i papabili come sottosegretario ed è rimasto fuori.
«Quando ero all'Authority l'ho considerato una delle persone più preparate sui trasporti che abbia mai incontrato, sarebbe stato un ottimo sottosegretario ai Trasporti. Ma potrebbe avere qualche altro incarico».
Il sostegno sardista a Zedda ha tagliato le gambe proprio a lei.
«Mi ha fatto perdere, ma ho grande stima di Solinas e l'ho apprezzato anche quando era assessore ai Trasporti».
Il centrodestra era diviso alle Amministrative e come minoranza in Consiglio non siete molto compatti. Anche il suo compagno di gruppo Pierluigi Mannino, sta passando a Fratelli d'Italia: la stanno lasciando solo?
«Mannino resterà comunque nel mio gruppo. Io comunque rappresento 15 liste e sono un punto di riferimento per tantissimi cittadini».
Ha voglia di mettersi ancora in gioco alle Regionali?
«No, quello no».
Non sogna l'assessorato regionale ai Trasporti? Sarebbe la vendetta perfetta con l'eterno rivale Massimo Deiana.
«Ecco, quello è un aspetto diverso».
Marcello Zasso