Rassegna Stampa

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Cagliari, strage di ristoranti: in 7 anni 325 in meno. In fumo mille posti di lavoro

Fonte: web Castedduonline.it
7 giugno 2018

 


 


Di Ennio Neri  6 giugno 2018

 

 

Calledda, M5S: “Dal 2011 (insediamento della giunta Zedda) a oggi “Servizi di Ristorazione” il numero delle cessazioni (625) supera quello delle iscrizioni (300) di ben 325 unità con la perdita di circa mille posti di lavoro tra titolari, dipendenti e familiari. In crisi anche l'artigianato"
 


Crollano ristoranti e botteghe artigiane in città. Addio a 700 imprese e in fumo quasi 2 mila posti di lavoro dal 2011 (anno di insediamento della giunta Zedda a oggi). E’ il Movimento 5 Stelle cittadino a esporre il nuovo studio sul grave fenomeno della mortalità delle piccole imprese a Cagliari. Con particolare riferimento alle imprese della ristorazione e dell’artigianato. Con i dati aggiornati al 2017 ed al primo semestre del 2018 si conferma la lenta agonia in particolare delle piccole imprese legate ai “Servizi di ristorazione” e alle “Imprese artigiane”.

“Pertanto nel prender atto del permanere in città di un preoccupante tasso di mortalità delle piccole imprese a cui non corrisponde un altrettanto tasso di natalità con la conseguente perdita di imprese attive e di occupati, ho deciso di presentare una interrogazione e al più presto chiedere un dibattito in aula”, scrive Pino Calledda, consigliere cagliaritano M5S.

I dati. Secondo i dati della Camera di Commercio, che dal 2011 al primo trimestre del 2018 nel settore “Servizi di Ristorazione” il numero delle cessazioni (625) supera quello delle iscrizioni (300) di ben 325 unità con la perdita di circa mille  posti di lavoro tra titolari, dipendenti e familiari. E che nell’Artigianato le cessazioni (1.482) sopravanzano le iscrizioni (993) di 469 unità con la perdita di circa 900 posti di lavoro.

“Nel considerare che occorre indagare con serietà e senso di equilibrio le cause di un così grave fenomeno”, aggiunge Calledda, “(crisi economica, abbandono della città, riduzione del potere d’acquisto, mutamenti dei canali di distribuzione con riferimento al commercio nella sua universalità …) che abbassa la vita media delle imprese sotto i cinque anni, una soglia, quella dei cinque anni, al disotto della quale il sistema delle imprese distrugge più ricchezza di quanta ne crea. Nel valutare che la problematica non è stata mai oggetto di un attento dibattito in Consiglio Comunale e che non è dato conoscere nessun programma o misura della Giunta e dell’Assessorato alle attività produttive per far fronte alla preoccupante mortalità delle piccole imprese, nota da anni. Considerato altresì”, aggiunge, “ che l’andamento della mortalità e della natalità delle imprese sembra presentarsi in forme diverse: accentuata natalità nel Centro storico delle “Imprese dei Servizi di Ristorazione”, con tutte le conseguenze che vivono i residenti da circa dieci anni, costretti a subire in particolare il crescente inquinamento acustico ambientale con gravi danni alla salute e che hanno reso necessaria la redazione del Piano di Risanamento Acustico di Stampace e di Marina. E ancor più grave la recente emanazione del nuovo “Regolamento sugli spazi pubblici” che non tiene conto non solo del Piano di Classificazione Acustica della Città, votato nel 2016 dal Consiglio Comunale ma non viene preso in considerazione nemmeno il Piano di Risanamento Acustico previsto per i quartieri storici consegnato nel 2017 dalla Società aggiudicatrice del Bando Pubblico”