Rassegna Stampa

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Cagliari, piazza del Carmine, affascinanti signore in abiti ottocenteschi fanno acquisti tra le ban

Fonte: web Vistanet Cagliari
4 giugno 2018


 Cagliari, piazza del Carmine, affascinanti signore in abiti ottocenteschi fanno acquisti tra le bancarelle
Cappellini di paglia fioriti, ombrellini parasole e borsettine ricamate. Stamattina al mercatino dell'antiquariato di piazza del Carmine, signore e signori elegantissimi nei loro abiti dell'800, si aggiravano tra le bancarelle, dopo aver consumato una colazione d'altri tempi. Sono i Vittoriani Itineranti che raccontano la loro passione, molto di più di un semplice travestimento.

 
Patrizia Addis è la presidentessa dell’associazione Aniquariando e Collezionando Cagliari, che organizza il mercatino di piazza del Carmine, che si svolge ogni domenica dalle 8 alle 14. Sono una quarantina di stand che espongono oggetti d’antan, collezioni e prodotti realizzati a mano. «Volevamo rivitalizzare un po’ il mercatino- ha spiegato Patrizia- così abbiamo pensato di invitare gli amici di Vittoriani Itineranti, quest’inverno abbiamo lavorato poco e male, ostaggio delle piogge domenicali. Adesso che il tempo è stabile abbiamo pensato che la presenza dei Vittoriani sarebbe stata un’ottima pubblicità, d’altra parte in molte bancarelle si vendono oggetti e accessori dell’epoca! ». Non è facile superare tutti gli ostacoli burocratici e dare alla piazza l’aspetto di salotto buono della città che merita, ma l’idea di Patrizia di portare in piazza del Carmine l’eleganza ha funzionato. La presenza di questi personaggi d’altri tempi ha attirato l’attenzione di tanti curiosi che fanno la fila per scattare qualche foto.


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Non serve essere esperti per capire che alcuni degli abiti indossati dai Vittoriani Itineranti sono originali, dei veri e propri gioielli. Francesca Maria Perseu è una dei 6 Vittoriani Itineranti, non un’associazione, ma un gruppo di amici che condivide la stessa passione: l’epoca vittoriana. Indossa un meraviglioso abito primaverile color carta da zucchero con inserti di pizzo ècru, rigorosamente originale. «Qui a Cagliari si trovano molti accessori originali, qualche mantella, gli abiti sono rari, però qualcosa si trova- spiega Francesca, Lady Marion nell’ambiente dei vittoriani- in città le persone degli strati più alti della società nell’800 vestivano già tutti alla maniera europea, avevano abbandonato il costume sardo, mentre nei paesi la tradizione del costume si è mantenuta molto più a lungo». Lady Marion racconta che si trovano più facilmente abiti neri, perché quando una donna rimaneva vedova, dal momento che doveva indossare il lutto e non poteva indossare abiti colorati tingeva di nero tutto il suo guardaroba, e tra guerre, infortuni sul lavoro e brevità della vita media la condizione di vedovanza era molto diffusa. Vista la difficoltà di reperire abiti originali in Sardegna, gli affari si concludono su internet, soprattutto da collezionisti inglesi o francesi, sorge spontaneo chiedersi se non si tratti di acquisti a rischio fregatura.



«Quando trovo un capo che potrebbe interessarmi – racconta Violetta Valery alias Flora Sicbaldi– ovviamente non lo compro subito. Mi informo a lungo, verifico le credenziali del venditore, mi faccio inviare un’ampia documentazione fotografica, se il venditore ne è a conoscenza mi faccio raccontare la storia della donna alla quale l’abito è appartenuto». E comunque anche se il rischio della fregatura non si può scongiurare del tutto, può anche capitare il contrario, e cioè che l’abito si riveli al di là delle aspettative. «Questa gonna- prosegue Violetta, mostrando una bellissima gonna a campana- è molto più scura di quanto mi aspettassi, però io ero convinta che fosse di cotone invece è di un pregiato tessuto di seta». E per gli uomini? «Il discorso è ancora più complesso-svela Antonello Perseu, un altro vittoriano itinerante- gli uomini avevano un guardaroba meno ricco di quello femminile e di abiti eleganti, per la domenica ne avevano uno solo e di solito era l’abito che indossavano per essere seppelliti, per questo se ne trovano pochissimi. A Quartu c’è una signora che possiede un abito completo splendido, che si è salvato perché il proprietario era un militare e quando morì chiese espressamente di essere seppellito con la divisa».

I vittoriani sono filologici e quando indossano un abito, anche la biancheria è dell’epoca, inclusi i bustini con le stecche di balena, veri e propri strumenti di tortura. Molti si chiederanno perché arrivare a tanto: «Noi non indossiamo un abito- risponde Lady Marion- noi indossiamo una cultura». I Vittoriani Itineranti conoscono approfonditamente la cultura dell’epoca, l’educazione, i valori, e quando indossano i loro abiti non si calano in una parte, non è un travestimento, né una recita, ma si proiettano in un’epoca di cui amano tutto, e che almeno per qualche ora, ma in maniera del tutto spontanea riescono a rivivere e a far rivere a chi li osserva. Basta osservare l’eleganza di queste signore, il profilo di Violetta mentre cammina con l’ombrellino aperto per ripararsi dal sole. Solo chi è capace di rivivere in quell’epoca col cuore può assumere quella postura, il portamento non si può comprare nemmeno su internet.