Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La scuola degli inventori Dal cuore artificiale al giocatore di morra imbattibile

Fonte: L'Unione Sarda
29 maggio 2018

Il Presidente della Regione in visita al Giua dopo i successi in tutto il mondo

La scuola degli inventori Dal cuore artificiale al giocatore di morra imbattibile

“Primo posto alle finali nazionali di programmazione della macchina di Turing”. “Due alunni ricevono un premio internazionale a Milano”. Sembra il sito di una scuola privata particolarmente costosa, è invece quello di una scuola pubblica cagliaritana, l'istituto tecnico e liceo scientifico delle scienze applicate Michele Giua. E i due titoli che compaiono nella homepage sono solo due tra i tantissimi presenti nel sito: il Giua miete successi in giro per il mondo. Una scuola talmente all'avanguardia che, ieri, il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha sentito la necessità di andare a visitarla e toccare con mano quello che accade in questa eccellenza.
LA VISITA E non è certo rimasto deluso. Il Giua sembra essere una scuola frequentata da piccoli geni, da ragazzi in grado di pensare e trovare soluzioni ai problemi della vita di tutti i giorni. Certo, la scuola è balzata agli onori delle cronache per l'invenzione di Gavin 2.0, il robot che gioca a morra e che sembra essere in grado di battere qualunque avversario perché capace di intuire la strategie di chi ha di fronte. Ma altre idee dei ragazzi del Giua hanno sviluppi decisamente più importanti.
LE INVENZIONI Non a caso, Pigliaru si è trattenuto a lungo davanti ai banchi in cui erano sistemate le creazioni degli studenti. Il cuore artificiale in polimeri che non è stato ancora realizzato ma che ha già ottenuto il brevetto industriale. Ma anche il sedile intelligente per l'auto in grado di ricordare al conducente la presenza di un bambino a bordo (spesso sono i fatti di cronaca a stimolare la creatività di questi ragazzi). O gli occhiali dotati di sensori in grado di comunicare ai non vedenti la presenza di ostacoli e il punto in cui sono. E ancora il volante in grado di misurare il tasso alcolemico o la turbina che, inserita nelle grondaie, genera energia per l'uso domestico e Conservaa (un dispositivo in grado di conservare a lungo i cibi). «La dimostrazione», ha commentato Pigliaru, «che in Sardegna c'è troppa rassegnazione. E, invece, siamo in grado di fare cose importanti».
LA PROMESSA Non a caso, il presidente della Regione ha promesso di slacciare i cordoni della spesa grazie al programma “Iscola”. «Che cosa vi serve per crescere e migliorare?», ha chiesto agli studenti riuniti in aula magna. Alessandra Berry, consulente del gabinetto, e Matteo Frate della struttura di missione di Iscola hanno preso nota della “lista della spesa”.
GLI ALTRI INDIRIZZI A calamitare l'attenzione, ovviamente i ragazzi dell'informatica, guidati da Antonello Zizi. Ma il dirigente scolastico Alberto Mantega ha portato gli ospiti anche a conoscere quello che accade nell'indirizzo chimico e nel liceo scientifico delle scienze applicate («Rispetto al tradizionale liceo scientifico, si studia informatica al posto del latino», ha spiegato). E anche lì le scoperte non sono mancate. Addirittura sono nate aziende che potrebbero diventare uno sbocco lavorativo per i diplomati: quella che produce caramella gel con la peptina e lo zucchero di stevia (coltivata dagli stessi ragazzi, usando i prodotti di scarto della lavorazione) al posto di colla di pesce e del saccarosio, ingredienti che non tutti possono assumere. E c'è anche Muskitu che produce piccoli soprammobili che, grazie alla presenza della malva rosa, sono repellenti per le zanzare.
IL FAB LAB Difficile immaginare una scuola italiana così. «I ragazzi», racconta Mantega, «si trattengono anche oltre l'orario scolastico. E ci sono studenti che vengono anche da altre scuole». Quelli che frequentano il Fab lab, il laboratorio, fornito di stampanti 3D in cui si progetta e si realizza. Gli studenti, in questo periodo, stanno lavorando su Casteddopoli, un innovativo gioco da tavolo (ma anche interattivo) che consente di conoscere e apprezzare i monumenti della città. Il segreto? Il motto della scuola è “Rendi possibile l'impossibile”. E diventa possibile anche che esiste un istituto che non finisce sui giornali per atti di bullismo. «Qualche ragazzo», conclude Mantega, «nei primi due anni crea qualche piccolo problema. Ma, poi, capisce come funziona la scuola e si adegua tranquillamente».