Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vargiu (Adiconsum): «Sardi indisciplinati al volante? No, Comuni più attenti a fare cassa»

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2018

Vargiu (Adiconsum): «Sardi indisciplinati al volante? No, Comuni più attenti a fare cassa» Multe, sei su dieci non le pagano In Sardegna boom di verbali, ma solo il 40% è stato riscosso
Negli ultimi dieci anni l'importo delle multe per violazioni del codice della strada in Sardegna è più che raddoppiato, ma a pagare sono sempre meno automobilisti. Una tendenza sofferta soprattutto dalle casse comunali, nelle quali convergono gli introiti da contravvenzioni e su cui pesa forse la crisi e la troppa lentezza del sistema di riscossione.
I NUMERI I dati Istat rielaborati dalla Cgia di Mestre descrivono un fenomeno paradossale creatosi dal 2006. Dieci anni fa infatti nell'Isola sono state emesse multe per un valore di 16,5 milioni di euro, delle quali meno del 65% sono state riscosse. A pagare i debiti con l'amministrazione comunale sono stati quindi due automobilisti su tre. Nel 2016 la situazione si è invece ribaltata, l'ammontare delle contravvenzioni è più che duplicato, arrivando a toccare i 38,5 milioni di euro, ma la percentuale di trasgressori che ha deciso di saldare i conti è crollata al 41%.
SARDI AL VOLANTE «Le cifre potrebbero far credere che i sardi al volante siano sempre più indisciplinati e indifferenti davanti a una multa da pagare - ha commentato Giorgio Vargiu, presidente regionale dell'Adiconsum - ma la verità è un altra: il caso del Comune di Monastir è esemplare: le amministrazioni in questi anni di spending review hanno capito quanto sia facile fare cassa autonomamente con un autovelox posizionato al punto giusto, mentre la crisi ha reso più poveri i cittadini, costretti spesso a non poter onorare le contravvenzioni».
MORTI E FERITI IN CALO La maggiore severità sulle strade ha portato almeno a un calo drastico di incidenti con morti e feriti, diminuiti nell'Isola in un decennio rispettivamente del 41% e del 32%. «Sicuramente – ha sottolineato il segretario della Cgia Renato Mason - il massiccio utilizzo di rilevatori elettronici di velocità e alcol test ha dissuaso molti automobilisti a correre a velocità elevate. Tuttavia, l'applicazione degli autovelox fissi e mobili andrebbe coordinata meglio, intensificandone la presenza solo nelle strade dove l'incidentalità è nettamente superiore alla media”.
STOP AL SALASSO Ma l'incolumità sulle strade non può comunque essere perseguita con metodi troppo rigidi. «Gli automobilisti, e in particolar modo coloro che usano gli automezzi per ragioni di lavoro, non sono un bancomat - ha osservato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - pertanto, l'utilizzo degli autovelox andrebbe regolato con maggiore attenzione, tenendo conto delle fasce orarie della giornata che, come si sa, presentano flussi di traffico molto differenziati».
RISCOSSIONI LENTE «Mi stupisce - ha aggiunto Vargiu - che i Comuni dopo tanta fatica e investimenti fatti per aumentare le contravvenzioni nei propri territori non si adoperino per incassare efficacemente le multe». Insomma, la tecnologia di ultima generazione applicata al contrasto delle infrazioni stradali con autovelox, tutor ed etilometri non trova seguito negli uffici incaricati di incassare. «La farraginosità del sistema – ha concluso Zabeo – rende molto difficile l'opera di riscossone. C'è la necessità di rendere più efficiente e velocizzare l'attività di recupero nei confronti di chi non paga entro i limiti di legge, anche se è necessario che molte amministrazioni comunali si ravvedano».
IL RESTO DEL PAESE Ma in Italia c'è chi ha fatto peggio della Sardegna. A livello regionale, infatti, la percentuale della riscossione delle contravvenzioni stradali comminate dai Vigili urbani dei comuni del Sud si attesta al 27,5%, con punte minime del 23,2% in Campania e addirittura del 18,4% in Sicilia. Sale al 34,2% nel Centro, per attestarsi al 42,9% nel Nord ovest e al 56% nel Nord est.
Luca Mascia