Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari piange senza l'Anfiteatro e gli spazi perduti

Fonte: L'Unione Sarda
25 maggio 2018

Quest'estate si ritorna alla Fiera Cagliari piange
senza l'Anfiteatro
e gli spazi perduti

E dire che nel 2014 Cagliari correva per diventare “capitale della cultura” del 2019 senza avere neppure un teatro all'aperto (aperto) per gli spettacoli. La città dove splende sempre il sole ha una ferita sanguinante che non si rimargina: è l'Anfiteatro romano, un tempo calamita fortissima per star internazionali, pubblico locale e turisti in arrivo appositamente con i voli low cost. Succedeva fino a otto anni fa. A rivedere solo il programma dell'ultimo periodo c'è da piangere: Caetano Veloso, Mario Biondi, Gigi Proietti, Pfm, Franco Battiato, David Byrne, Gloria Gaynor, Corrado Guzzanti, Lucio Dalla, serate indimenticabili a cura di Eventi Group, Sardegna Concerti, Cedac, Soul&Mare, Applausi, Shannara, La via del collegio, Vox Day e altre piccole imprese del settore, per dire che oltre l'aspetto culturale e il prestigio per la città, quella era un' industria che dava lavoro a centinaia di persone. Il sipario è calato nel 2010 - ottobre, sul palco c'era Carmen Consoli - e non si è più sollevato. Oggi l'Anfiteatro è un cantiere a singhiozzo e la riapertura (con una diversa soluzione rispetto al passato) è rinviata di anno in anno.
«Sta succedendo spesso, i cagliaritani prendono un aereo e vanno a vedere gli artisti a Roma, Milano, Torino. A Cagliari il problema della mancanza di spazi estivi impedisce di organizzare cose di qualità, far pagare un biglietto accessibile a tutti e rientrare nei costi. C'è un impoverimento notevole», dice il promoter Robi Massa. «Ora, da un piazzale ci sposteremo a un altro piazzale. L'Arena Sant'Elia, in cui siamo stati costretti a operare per diversi anni, malgrado i problemi tecnici e logistici, adesso chiuderà, e il Comune ci ha detto di rivolgerci alla Fiera, con cui è stato fatto un accordo. Sarà uno spazio da 3500 posti a sedere e anche 20 mila in piedi (e chi lo vede più un pubblico così numeroso!) ma quello che continua a mancare è un teatro all'aperto vero e proprio, bello, attrezzato e con le giuste dimensioni».
C'è stato - per appena due anni, 2011 e 2012 - un affascinante allestimento al Parco di Monte Claro per il Jazz Expo, una marea di gente contenta in mezzo al verde nelle notti di giugno e luglio, poi i battenti sono stati chiusi pure lì, non si sa bene il motivo. Ancora: «Una sola stagione (il 2013) al Parco della Musica, spazio da circa 800 posti», sottolinea Gianluca Cadeddu, direttore del Centro regionale di programmazione, che ammette: «È vero, il progetto per riqualificare quell'area è in campo da molto, c'era stato un investimento privato del T-Hotel, ma ora, con l'accordo di programma firmato dalla Regione (che finanzia l'operazione con 4.700.000 euro del Piano d'azione coesione) con il Conservatorio, l'Ente lirico, il Comune e la Città metropolitana, ci sono tutte le condizioni per farne un polo culturale importante». Tempi? «In base al cronoprogramma, lo spazio dovrebbe essere pronto nel 2019». Insomma, tirando le somme, tra una cosa e l'altra è trascorsa una quindicina d'anni.
Nicola Spiga, organizzatore della rassegna “Forma e poesia nel Jazz” spiega che «anche quest'anno, dal 27 al 30 settembre, torneremo all'ex Manifattura. Duecento posti, in centro, in un luogo, della Regione, che pian piano sta rinascendo». Ma anche qui si va avanti con i soliti tempi infinitamente lunghi. (cr. co.)