Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cozze, è una calamità naturale

Fonte: L'Unione Sarda
22 maggio 2018

SANTA GILLA. Le forti piogge quest'anno hanno causato circa 500 mila euro di danni

 

 

 

 

Ammonterebbero a 500 mila euro i danni causati alle cozze e alle arselle dalle incessanti piogge che per settimane si sono abbattute sulla laguna di Santa Gilla. Ieri il Consorzio ittico che gestisce l'attività di pesca e allevamento dei mitili e dei molluschi nello stagno hanno inviato alla Regione e all'Argea la richiesta del riconoscimento della calamità naturale. E sempre ieri è stato fatto un sopralluogo negli impianti per toccare con mano le consistenti perdite subite dalle cooperative di pesca. Un danno ingente che potrebbe avere ulteriori conseguenze se le condizioni meteo che ancora persistono nel sud dell'Isola non dovessero migliorare.
Erano state proprio le abbondanti precipitazioni ad alterare l'equilibrio idrosalino di Santa Gilla, trasformando la laguna in un lago d'acqua dolce diventato la tomba per 2500 tonnellate di cozze presenti sui filari e le vongole veraci che crescono nei fondali. L'acqua finita nel bacino anche attraverso il rio Cixerri e il rio Mannu si era portata dietro una massiccia quantità di fango e inquinanti che hanno intorbidito lo stagno creando anche gravi condizioni di inquinamento, poi riscontrate dalla Asl, per un eccesso di colibatteri e biotossine algali, e costretto i pescatori a bloccare raccolta e commercializzazione.
Storia vecchia. Perdite subite per la terza volte in questi ultimi dieci anni. «Mai ricevuto uno straccio di risarcimento», ricordano i pescatori sfoderando e la quasi certezza che ancora una volta dovranno rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli. Perché le parole sentite ieri pomeriggio sui progetti necessari e urgenti, i vecchi programmi Pia mai realmente messi in atto e le opere idrauliche indispensabili alla vita stessa della laguna rimaste sulla carta le hanno sentite così tante volte, a Santa Gilla, da non crederci neppure più.
Intanto Campo progressista Sardegna è intervenuto per mettere l'accento sulla necessità di un piano urgente di tutela per Santa Gilla, la più grande fabbrica naturale dell'Isola. «Perché possa produrre le acque devono rimanere pulite, preservate da scarichi limacciosi e inquinanti. È necessario garantire una sistematica manutenzione ambientale e intervenire con opere strutturali che impediscano, in occasione di precipitazioni copiose e continue, che i rii Mannu e Cixerri riversino inquinanti raccolti lungo il percorso». Per Campo progressista «le preoccupazioni del Consorzio non possono essere sottovalutate. La Regione deve rispondere positivamente alla richiesta d'attenzione del Consorzio».
Andrea Piras