Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Infradito vietate in ufficio

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2018

L'assessorato al Personale del Comune lavora a un codice d'abbigliamento

 

 

Le regole per commessi e impiegati: «Serve sobrietà»

 

 

 

Gli unici a non correre il rischio di sbagliare sono i preti, i carabinieri, i poliziotti e con loro tutte le persone che indossano una divisa e alle quali è risparmiato il quesito quotidiano davanti all'armadio su cosa indossare. La risposta non è sempre scontata, perché a fronte di look sempre più fantasiosi, in alcuni posti di lavoro vige quello che gli inglesi chiamano dresscode , letteralmente “codice d'abbigliamento”. Una faccenda che riguarda il pubblico come il privato. Nel settore del commercio alcuni hanno risolto il problema alla radice fornendo a ciascun dipendente un set di magliette unisex con l'unica raccomandazione di indossarle pulite e stirate.
GONNE PROIBITE Qualcuno, tuttavia, preferisce lasciare uno scampolo di libertà ben delimitato in un recinto di regole chiare, precise e inderogabili. Omar Concu, titolare del negozio di abbigliamento Volontè, non fa sconti: «Abito per gli uomini e tailleur per le donne. Vietate le gonne e i tacchi. Anche sul trucco e il parrucco gli eccessi non sono consentiti. «Tutto deve essere all'insegna della sobrietà, anche le unghie troppo lunghe e smaltate con colori stravaganti non sono tollerati. Basta un po' di ombretto e un filo di rossetto. Nulla di più. Per quanto riguarda i capi spalla i nostri dipendenti sono liberi di acquistarli da noi o altrove, purché non abbiano marchi visibili e vengano rinnovati spesso per essere sempre ordinati e presentabili». Per evitare che gli impiegati si presentino in ufficio in maniera indecorosa, anche l'assessorato al Personale del Comune sta lavorando a un regolamento che verrà applicato a tutti i dipendenti.
BERMUDA E INFRADITO «Non abbiamo mai avuto casi eclatanti, ma il problema potrebbe presentarsi soprattutto d'estate quando a causa del caldo ci si scopre un po' troppo - spiega l'assessore Danilo Fadda -. Direi che per gli uomini saranno banditi bermuda e infradito, mentre per le donne è un po' difficile dare indicazioni precise. Forse toccherà alla dirigente segnalare eventuali vestiti inappropriati». Il mondo della politica si è già interrogato sulla necessità di imporre regole in questo campo. In Consiglio regionale solo due anni fa è stato abolito l'obbligo della cravatta.
A portare in Aula la questione è stato Giorgio Oppi che tuttora rivendica il diritto anche a non chiudere l'ultimo bottone della camicia. «Il regolamento del Consiglio ricalcava quello della Camera dei deputati dove l'obbligo della cravatta non c'è mai stato. E allora non capivo perché avremmo dovuto averlo noi. Resta la regola della giacca e di avere un abbigliamento che sia consono e rispettoso dell'istituzione».
ATS Armadi liberi nella sanità: nell'Azienda per la tutela della salute non risultano regole e divieti in fatto di vestiti, scarpe, piercing o tatuaggi.
Mariella Careddu