Rassegna Stampa

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Cagliari, Comune chiude la Casa dei minori: “Bimbi trattati come pacchi”

Fonte: web Castedduonline.it
18 maggio 2018

 


 


Di Ennio Neri  17 maggio 2018


 


Addio alla Casa Famiglia di via Verdi. Il 14 luglio la struttura comunale che ospita 10 minori (anche se per il Comune sarebbero 6, 4 in meno rispetto a quelli denunciati dal consigliere del gruppo misto Alessandro Sorgia che ha presentato un’interrogazione urgente) e i piccoli lì saranno distribuiti in altrettante case famiglia, “così come pacchi postali”, accusa Sorgia, “quella di via Verdi è l’unica struttura gestita direttamente dal comune attraverso un appalto vinto da una cooperativa. Qualcuno ha deciso che non serve, si può chiudere. Oggi nessuno pensa ai piccoli cagliaritani che vivono fuori famiglia. Non si può giocare sulla pelle dei minori”, conclude.

La Comunità Via Verdi  accoglie dai primi anni del XXI secolo minori di ambo i sessi di età compresa tra 0 e 18 anni. Sono disabili, stranieri non accompagnati o minori sottoposti a misure giudiziarie. Il bando scade a luglio e lo stabile necessita di restauro così gli operatori della coop andranno a casa i minori saranno sistemati

Secondo Sorgia il provvedimento consentirà, secondo il consigliere un risparmio per le casse dell’amministrazione: “un bambino in casa famiglia costa fino a 3mila euro al mese e lo stesso bambino in affido familiare ne costa 500. Bisogna allora incentivare l’affido attraverso politiche sociali adeguate e confido nella sensibilità dell’assessore Secchi per risolvere in tempi rapidi la situazione e ristabilire l’indispensabile tranquillità considerando che si tratta di minori”. Sorgia ha chiesto una proroga dell’attuale bando.

“Garantirò la massima tutela ai minori”, assicura Nando Secchi, assessore alle Polticihe sociali, “c’è un appalto in scadenza per via Verdi che non è più prorogabile e stiamo lavorando per un altro bando e termina il rapporto di appalto con la coop che lo gestiva. Oltretutto la sede di via Verdi ha bisogno di una ristrutturazione. Troveremo le soluzioni più idonee io spero che tornino nelle loro famiglie”.