Rassegna Stampa

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CAGLIARI, 362^ edizione della Festa di Sant’Efisio tra devozione e fede, cultura e tradizioni centen

Fonte: web Ad Maiora Media
19 aprile 2018

CAGLIARI, 362^ edizione della Festa di Sant’Efisio tra devozione e fede, cultura e tradizioni centenarie


“La promessa che ci tiene uniti”. Questo è lo slogan scelto per celebrare la 362° edizione della Festa di Sant’Efisio, una promessa che lega tutti i sardi per devozione e fede, ma anche per cultura e tradizioni centenarie che si fondono in una processione che non ha eguali e che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di persone e turisti provenienti da decine di paesi del mondo.

“Prima ancora di essere un evento turistico, Sant’Efisio è qualcosa di nostro, della nostra tradizione e della nostra comunità cattolica e laica – afferma l’assessore regionale al Turismo, Barbara Argiolas – stiamo facendo importanti passi avanti per ritrovare e mantenere la nostra unicità, che è ciò che soddisfa maggiormente la curiosità dei turisti che giungono fin qui”. Fitti il programma religioso e il calendario degli eventi collaterali, presentati questa mattina a Palazzo Baccaredda: si comincia mercoledì 25 aprile con l’ingresso e la sistemazione del Cocchio all’interno della chiesa; si prosegue poi con l’appuntamento di lunedì 30 aprile, con la Messa Solenne presieduta  dall’Arcivescovo di Sassari, fino alla Celebrazione della Santa Messa dell’Alter Nos durante la mattina di martedì 1 maggio, dopo la quale avrà inizio il lungo cammino del Santo che terminerà venerdì 4 maggio con la processione di rientro da Villa Ballero e lo scioglimento del voto da parte del Presidente dell’Arciconfraternita.

Tra gli eventi collaterali da segnalare la mostra “Efisio”, dove sarà esposto eccezionalmente il simulacro settecentesco di Giuseppe Antonio Lonis raffigurante il Santo Martire e il famoso ‘Toson d’oro’, presso la Cittadella dei Musei sino al prossimo 30 settembre. Ma poiché Sant’Efisio non è soltanto fede e devozione, ma anche cultura, colori, suoni e profumi, da lunedì 30 aprile a venerdì 4 maggio animerà la città, e più precisamente la piazza del Carmine, il Festival delle tradizioni, che prevede un concerto di Piero Marras per celebrare i suoi 40 anni d’autore, la consegna del premio ‘Toson d’oro’ di Sant’Efisio e, come da tradizione, la sera del primo maggio, il ballo dell’isola in festa con i suoni delle launeddas e le danze delle associazioni folcloriche.

I rappresentanti delle amministrazioni non dimenticano tuttavia l’infrastrutturazione del “Cammino” del santo e dell’impegno congiunto affinché risponda alle esigenze delle misure imposte dalla Circolare Gabrielli, sulla sicurezza dei grandi eventi: “Sono disponibili 5 milioni di euro per i comuni interessati dal cammino – rassicura il sindaco Zedda – L’idea è quella di rendere fruibile il percorso durante tutto l’anno”.

La Festa di Sant’Efisio, inserita da quattro anni nella lista dei Patrimoni italiani per l’Unesco, riceve anche per quest’anno (il decimo consecutivo) il patrocinio della Commissione nazionale per l’Unesco, che ne riconosce l’alto valore per la tutela e la promozione del patrimonio etnografico e culturale. È dunque già nell’aria quell’emozione che, ogni anno, investe e abbraccia la Sardegna intera nell’arrivo della sua stagione migliore, in cui sono sempre più numerosi i devoti pronti a rendere omaggio al Santo e a chiedere una sua intercessione. Proprio riguardo alla sofferenza, alla crisi economica e alla povertà, si ricollegano le parole del Primo cittadino: “Sant’Efisio era un extracomunitario: era nato infatti ad Antiochia, l’attuale Siria, a cui va inevitabilmente il mio pensiero. Non faremo onore al Santo se non ricordassimo le sue origini, e con esse anche le sofferenze che vengono patite quotidianamente dalla popolazione siriana, devastata dalla guerra e dalla fame.” Parole a cui si aggiungono, infine, quelle di commemorazione dell’assessore comunale alle Attività produttive, Marzia Cilloccu, in ricordo del coraggio di suo nonno Marino Cau e di chi, assieme a lui, riuscì a portare Sant’Efisio allo scioglimento del voto nel lontano 1943, in una Cagliari rasa al suolo dai pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale.