Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'eterno cantiere divide il Corso

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2018

L'assessora risponde alle proteste dei negozianti: «Manca il sì della Soprintendenza»

 

 

 

«Il primo maggio saranno tre anni che ci sono queste rovine, da tempo recintate e in completo abbandono: ho perso il 50 per cento del fatturato». Il titolare dell'Oblomov Giulio Deplano ha una posizione privilegiata, suo malgrado, rispetto all'incompiuta che deturpa il Corso: il suo locale è su un lato e ha la concessione per i tavoli all'aperto oltre quel rettangolo di 150 metri quadrati. La prima buona notizia la porta Sant'Efisio, per la Festa numero 362 saranno spostate le fioriere che sbarrano l'accesso accanto alle rovine e consentire il passaggio del martire guerriero col suo cocchio e il seguito di devoti.
LA FINE È VICINA Dovrebbe essere l'inizio della fine, come assicura la vice sindaca Luisa Anna Marras: «Ormai la vicenda è arrivata alla conclusione, abbiamo già i fondi e l'impresa per completare i lavori, manca solo il via libera formale della Soprintendenza e si potrà sistemare quel tratto del Corso». Durante i lavori per la nuova pavimentazione dell'area pedonale sono emerse dal sottosuolo le mura affrescate di una villa romana e si è deciso di tutelare il ritrovamento. Un lungo tira e molla tra Comune e Soprintendenza sulle soluzioni da adottare ha fatto passare il tempo e crescere la rabbia di residenti e commercianti, fino ad arrivare alla soluzione di ricoprire tutto.
PROTESTE DI FORZA ITALIA «In pratica dopo questo incubo che ha devastato le attività commerciali di questa parte del Corso, si prende una decisione che andava presa tre anni fa: è assurdo», attacca il capogruppo di Forza Italia Stefano Schirru che ha invitato i commercianti davanti alle rovine per sentire le loro opinioni.
LA RABBIA Nella prima parte del Corso ci sono locali con i tavolini affollati, mentre nella seconda parte dell'area pedonale nascosta dietro la villa romana le attività commerciali stanno boccheggiando. «Da questa parte del Corso non si possono ancora sistemare fuori tavoli e sedie per accogliere i turisti perché il tratto fino a via Palabanda è ancora cantiere», spiega Luigi De Micco titolare del New Beat '60. La divisione, non solo virtuale, che separa quelle due anime del Corso crea tanti problemi. «Anche pochi giorni fa un'ambulanza non è riuscita a passare e hanno dovuto soccorrere un paziente gravissimo correndogli incontro con la barella», aggiunge Antonio Ghiani del ristorante La Damigiana. Esce dalla sua gioielleria per lamentarsi anche Maria Grazia Iorio: «Abbiamo fatto di tutto, dalla raccolta firme alle proteste, ma non è più possibile sopportare una situazione del genere».
IL FUTURO DELLE ROVINE Sotto il Corso non è stato ritrovato un tesoro inestimabile, ma neanche due pietre da buttare via e alla fine si è deciso di proteggere le rovine e ripristinare la strada. «La proposta prevede una copertura dell'area in piano, senza sopraelevazione, con gli stessi materiali del resto della strada e un disegno che ricordi quello che c'è sotto – spiega l'assessora alla Viabilità Luisa Anna Marras che ora ha anche provvisoriamente la delega ai Lavori pubblici – una botola con apertura meccanizzata consentirà di scendere per le manutenzioni e magari per qualche visita limitata». Dal Corso rumoreggiano che troppe volte si è parlato di svolta, ma le macerie e i topi sono ancora lì. «Ora abbiamo la proposta concreta, i fondi stanziati, l'impresa che ha già firmato il contratto e stiamo formalizzando la richiesta alla Soprintendenza – conclude – che è già d'accordo informalmente e dovrà dare il suo parere finale».
Marcello Zasso