Rassegna Stampa

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Cagliari, fascisti fuori dagli spazi pubblici: è polemica aperta

Fonte: web Castedduonline.it
15 febbraio 2018

 

 


Di Ennio Neri  14 febbraio 2018

 


“Cagliari città antifascista”, ieri il voto in consiglio comunale. La mozione che vieta spazi e contributi pubblici a chi non si dichiara antifascista è passata coi voti del centrosinistra. No dell’opposizione. Ed esplode la polemica.

“Si tratta dell’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio a CasaPound per impedire che gli elettori possano guardarci negli occhi ed ascoltare la nostra voce, le nostre idee, i nostri programmi. – dichiara il candidato alla Camera Edoardo Lecis – Dopo il puerile tentativo della settimana scorsa ridicolmente fallito, a Palazzo Bacaredda non si rassegnano e continuano a rosicare. Invece che preoccuparsi di risolvere i problemi reali dei Cagliaritani, di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, del disagio sociale che monta nei nostri quartieri, dell’emergenza abitativa, della sicurezza, della crisi economica, delle carenze strutturali e dei disservizi della Pubblica Amministrazione, – continua nella nota Lecis – i nostri avversari politici continuano a guardare indietro ad oltre settant’anni fa. Povera Italia!”.

“L’ascesa del nostro movimento sta facendo tremare le poltrone dei burocrati che ci governano. L’approvazione di questa mozione ne è la prova tangibile e ci sprona a continuare nella nostra battaglia con sempre maggiore determinazione. Contro qualsiasi restrizione della libertà d’espressione, a Cagliari CasaPound proseguirà serenamente ed incessantemente la sua campagna elettorale senza arretrare di un passo. Per il Popolo. Per l’Italia. Molti ci definiscono”, conclude, “i fascisti del terzo millennio ed è una definizione che ci calza a pennello, ma preferiamo essere chiamati il sindacato degli italiani”.

“Non sanno più cosa inventarsi”, scrive su facebook Salvatore Deidda, portavoce regionale Fdi, “mettiamoci pure i giornalisti che gli danno spazio esaltandoli. Facciamo così. Firmiamo la dichiarazione antifascista e poi facciamo la celebrazione della marcia su Roma? Non c’è limite al ridicolo. Parliamo seriamente. Sia in politica che nel giornalismo qualcuno non si sta accorgendo che usando certa terminologia si sta prendendo la responsabilità di far tornare la nostra società in un clima da anni 70.
Noi abbiamo tre sedi a Cagliari. Le nostre associazioni si pagano di tasca ogni spazio. Non abbiamo bisogno delle elemosine di chi al contrario ha un’idea tutta personale delle Istituzioni. Approfondiremo nelle sedi opportune di chi è la responsabilità che degli edifici pubblici sono occupati abusivamente, con chiaro danno erariale visto che c’è un abbondante consumo sia idrico che elettrico. Inoltre si svolgono attività di vario genere, economiche, con Chiara connotazione politica. Queste vergogne non finiscono sul giornale. Ci divertiremo”.

Contro il provvedimento anche il Movimento Sociale di Daniele Caruso, che per Marco Benucci, consigliere comunale Leu “dovrebbe studiare di più… La nostra costituzione è una costituzione Antifascista, redatta all indomani della vittoria sul fascismo. Anche se non si parla esplicitamente di antifascismo si parla nelle disposizioni finali (XII) del divieto alla ricostituzione del partito fascista, e nel articolo 1 che parla di una repubblica democratica in antitesi con l’autoritarismo fascista. Qualsiasi atto da parte di un amministrazione pubblica che ribadisca i principi del antifascismo non può essere considerato antidemocratico e anticostituzionale. Oggi più che mai bisogna ribadire che il nostro Stato è Antifascista perché oggi c’è chi tenta di rivalutare il fascismo, di sostenere la tesi di un fascismo “buono” e dei fascisti come “brava gente”. Sappiamo che non è così perché noi la storia l’abbiamo studiata bene, che il fascismo si comportò duramente con gli oppositori, in un modo indecente con gli ebrei, e in modo vergognoso nelle colonie. Oggi, c’è qualcuno che prova a dare a quei valori realtà inesistenti ed inaccettabili, anche perché sono contrastanti con i princìpi di libertà, dignità ed eguaglianza che sono i fondamenti dei valori costituzionali. CasaPound, a Brescia, ha fatto ricorso al Tar per lo stesso motivo per il quale Caruso oggi si lamenta e dichiara anticostituzionale e antidemocratica la nostra proposta.. Peccato”, conclude, “che il TAR abbia dato ragione all’Amministrazione Comunale Bresciana. Si metta l’anima in pace e soprattutto considerando che non sono fascisti come dice il collega Mannino, non avrà problemi a dichiarare in un modulo di non esserlo”.

“L’abbiamo firmata a novembre ma è stata calendarizzata solo ora”. conclude Davide Carta, Pd, primo firmatario della mozione, “purtroppo ci sono sempre più spesso episodi di odio e violenza e per motivi di etnia o religione. Occorre una sterzata sui valori espressi dalla nostra Costituzione”.